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Giovane detenuto di 20 anni si toglie la vita in cella

10:57

Il comunicato stampa del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Nella giornata di ieri, giovedì 4 luglio, un detenuto di 20 anni si è tolto la vita nel carcere di Sollicciano a Firenze. Il giovane, di origine tunisina, secondo quanto ricostruito, si sarebbe tolto la vita nella cella mentre l’altro recluso era in sala colloqui. Immediatamente sono scoppiate forte proteste.

Francesco Oliviero, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, spiega: “Grandissima tensione all’interno del carcere fiorentino, ove si sono vissuti momenti di tensione al Reparto Giudiziario. Il Direttore, con l’ausilio del Comandante di Reparto e le poche unità in servizio hanno monitorato e gestito la situazione. All’esterno della struttura, sono intervenute in supporto le altre Forze dell’Ordine, unitamente ai Vigili del fuoco impegnati a spegnere i numerosi incendi appiccati dai detenuti”. Il sindacalista spiega che “tutto è iniziato quando un giovane detenuto di origini magrebine ha deciso di togliersi la vita all’interno della propria cella. Prima del gesto, ha bloccato la serratura della cella impedendo ogni intervento da parte del personale di Polizia che poteva salvarlo. Da lì è iniziata la protesta dei ristretti della sezione e, a seguire, di tutto il Reparto. Ma secondo le prime ricostruzioni era una protesta preparata già da tempo per le condizioni in cui vivono la detenzione. Mancanza d’acqua, cimici e problemi strutturali, da tempo denunciati dal SAPPE, sono i veri motivi della veemente protesta al Reparto Giudiziario e al rifiuto del vitto da parte da parte dei ristretti del Reparto Penale”. Oliviero rimarca che “la situazione è divenuta insostenibile!! Non si può continuare ad assistere all’inerzia dell’Amministrazione Centrale che ha lasciato letteralmente soli Direttore, Comandante e personale di Polizia Penitenziaria a dover gestire tali situazioni. L’Istituto fiorentino in tali condizioni strutturali non può continuare ad esistere!! Il personale di Polizia Penitenziaria è stanco e sfiduciato di dover prestare la propria attività lavorativa in questo inferno, sottorganico e con tante ore di straordinario che non vengono retribuite per mancanza di fondi!! Non si possono continuare ad assegnare, in tali condizioni, detenuti di difficile gestione e pochi inclini al rispetto delle regole di un istituto di pena”.

“Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi; per questo apprezziamo quelli approvati l’altro ieri dal Governo. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Non è più rinviabile dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”, commenta il segretario generale del SAPPE, Donato Capece. “Aspettiamo di legge l’intero articolato dello schema di decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri per fronteggiare l’emergenza penitenziaria nazionale. Certo è che se, come sembra dalle prime indiscrezioni, tra le misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia approvate vi sono anche le previsioni di destinare i detenuti tossicodipendenti nelle comunità piuttosto che tenerli in carcere, di espellere gli stranieri ristretti e di procedere a nuove assunzioni nel Corpo di Polizia e dell’amministrazione penitenziaria – in particolare anche attraverso assunzioni straordinarie di Agenti e lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi da Commissario e Ispettore, di cui tanto ha bisogno la Toscana e Sollicciano in particolare -, beh possiamo certamente dirci soddisfatti perché queste sono tre richiesta storiche del primo Sindacato del Corpo, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE”, conclude Capece. Fonte: Comunicato stampa SAPPE Polizia Penitenziaria

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