Nel corso del dibattito si è parlato di vari temi legati alla legalità urbana, tra cui quelli più sentiti dalla cittadinanza.
Un convegno ricco di spunti e proposte operative ha animato il pomeriggio di giovedì 12 giugno all’Università del Tempo Libero di Pontedera, dove si è svolto l’incontro pubblico intitolato “Sicurezza e commercio a Pontedera”. L’iniziativa, promossa dall’associazione culturale Nazione Futura, ha visto la partecipazione di esponenti politici, forze dell’ordine, rappresentanti delle categorie economiche e amministratori locali.
A fare gli onori di casa è stato Matteo Bagnoli, presidente di Nazione Futura Pontedera e Consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che ha descritto l’evento come «un momento di confronto molto interessante, durante il quale l’onorevole FrancescoMichelotti ha illustrato quelli che sono i principali dati relativi alla sicurezza (DDL Sicurezza), affrontando anche le esigenze specifiche del nostro territorio.»
Nel corso del dibattito si è parlato di vari temi legati alla legalità urbana, tra cui quelli più sentiti dalla cittadinanza: «Sono stati affrontati molti temi, come le occupazioni abusive, il fenomeno delle baby gang e anche il cosiddetto “modello Caivano”. Si tratta di un quartiere del sud della città che è stato completamente trasformato, o meglio, profondamente modificato nella sua realtà sociale. Si tratta di un approccio che potrebbe essere applicato anche su Pontedera.»
Tra gli interventi più attesi, quello del colonnello Salvino Paternò, che ha offerto un punto di vista critico sul recente decreto sicurezza: «Durante l’incontro sono stati presentati anche gli interventi del colonnello Paternò, che ha in parte criticato il decreto sicurezza, ritenendolo non risolutivo dei problemi principali delle forze dell’ordine, che continuano a non ricevere supporto e risorse adeguate.»
Sulla stessa linea è stato sottolineato come il dibattito politico non sempre rifletta la complessità del problema: «È curioso notare come la sinistra critichi fortemente il decreto sicurezza, mentre allo stesso tempo le forze dell’ordine riconoscono che, pur essendo utile, non è comunque sufficiente.»
Particolarmente apprezzato anche il contributo dell’analista Colonnello Angelo Jannone, che ha illustrato un’analisi dettagliata sullo stato della criminalità in zona: «Molto interessante anche il quadro presentato da Jannone, che ha svolto un’analisi approfondita sui dati della criminalità a Pontedera. È vero che i reati denunciati non sono tantissimi, ma la provincia di Pisa risulta comunque al 18º posto a livello nazionale per indice di criminalità. Pontedera, in particolare, si colloca in alto nelle classifiche.»
A preoccupare, più dei numeri, è l’atteggiamento diffuso tra la popolazione: «Il dato più preoccupante, però, è la crescente disaffezione dei cittadini nei confronti della denuncia. Questo problema è stato evidenziato anche dalle associazioni di categoria, che chiedono maggiore ascolto e la possibilità di fare più affidamento sulle istituzioni e sulle forze dell’ordine.»
A chiudere i lavori, l’intervento del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, che ha risposto a un appello lanciato da Puccinelli, ringraziato per la partecipazione: «Molto interessante l’intervento conclusivo del sindaco Tomasi di Pistoia, che ha risposto a Puccinelli (che ringrazio per aver partecipato) confermando la disponibilità alla collaborazione, pur con qualche riserva. Puccinelli ha infatti evidenziato come spesso le amministrazioni locali si trovino con le mani legate.»
Tomasi ha poi offerto una visione concreta del ruolo degli enti locali: «Tomasi ha ricordato che anche nella sua città esistono gli stessi problemi, ma ha sottolineato come un’amministrazione debba avere il coraggio non solo di esercitare il controllo tramite la Polizia municipale, ma anche di investire seriamente nella riqualificazione e riconversione urbana.»
Concludendo con un messaggio chiaro: «Non esiste sicurezza migliore di quella garantita da un ambiente riqualificato. Recuperare e ristrutturare gli spazi abbandonati, i parchi degradati, e inserirvi nuove attività significa riportare le persone e le famiglie a vivere nei quartieri più disagiati. Solo così, piano piano, si può davvero contrastare la criminalità.»
Il convegno ha rappresentato un’opportunità concreta di dialogo tra cittadini, istituzioni e realtà produttive, lasciando sul tavolo proposte operative e la volontà condivisa di continuare il confronto.
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