PISA. Michele Vestri ha intervistato per Radio Cuore il professor Francesco Menichetti dell’azienda ospedaliera universitaria pisana, nonché direttore dell’unità operativa Malattie infettive.
Noi di VTrend.it riportiamo in esclusiva i passi di questa intensa e curiosa intervista, che vede la crisi sanitaria fulcro della discussione.
La domanda che tutti si fanno è: come riusciamo a distinguere il covid-19 dalla normale influenza? Quali sono gli elementi che le distinguono? “Non è semplicissimo, ma Covid-19 presenta delle specificità più importanti della normale influenza, come la perdita del gusto e dell’olfatto. Entrambe hanno però manifestazioni con febbre, tosse, raffreddore e mal di gola ed è per questo che sono difficilmente distinguibili. A mio avviso la soluzione migliore è quella di effettuare il vaccino per l’influenza, in questo modo più persone si vaccineranno e più sarà facile distinguere l’influenza dal coronavirus.”
Ma qual è il momento giusto per effettuare questo vaccino? “Da domani, 15 ottobre, e fino a fine novembre, ogni giorno è buono per sottoporsi al vaccino antinfluenzale. Quest’ultimo è offerto gratuitamente alle persone ultra 65enni, a malati cronici e ad addetti a servizi di pubblica utilità, ma in realtà chiunque può giovarne. L’invito che faccio è dunque quello di vaccinarsi qualunque sia la vostra età” – il consiglio professor. Menichetti.
Mentre quanto ancora dovremmo attendere per il vaccino anti-covid? La speranza di Menichetti è che arrivi entro fine anno/inizio anno prossimo. “Ci sarà una richiesta planetaria, i tempi ovviamente non sono immediati. Non vorrei che venga tratteggiato il vaccino anti-covid come l’arma fine di mondo, perchè nella lotta al covid non ci sono armi fine di mondo. Questi sono tutti piccoli mattoni che servono a costruire il mondo che noi innalziamo per fronteggiare questa sfida titanica, ma il più grande contribuito deve arrivare dai nostri comportamenti: indossare la mascherina, lavarsi frequentemente le mani e mantenere il giusto distanziamento sociale: solo così probabilmente riusciremo a farcela.”
Menichetti assicura poi che in Italia il Ministero ha già identificato un vaccino e già se ne è assicurato diverse dosi. “Si spera soltanto che arrivi in tempi ragionevoli e confermi la sua sicurezza ed efficacia.” – precisa il professore, a cui preme poi ricordare l’attuale importanza anche del plasma iperimmune, cura importante: “Abbiamo bisogno di donatori che abbiano già contratto il coronavirus, l’invito è quello che queste persone donino il plasma. Soprattutto chi è stato ricoverato in ospedale è il soggetto ideale per fare ciò, egli ha prodotto anticorpi neutralizzanti a differenza dell’asintomatico che ne ha prodotti di meno e non si ritiene candidato ideale.”
Ma in conclusione la domanda che alcuni si fanno è la seguente: Che mondo sarà? Menichetti è categorico: “I segni che sta lasciando la pandemia sono segni profondi, sicuramente non sarà più il mondo di prima. Non sarà possibile riavvolgere la pellicola, noi stiamo costruendo il mondo che verrà, ovvero quello del post-covid”.
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