CASCINA. ”Si sta chiudendo un anno molto difficile. La pandemia di Covid-19 ha cambiato le nostre vite e in queste settimane ci siamo purtroppo resi conto che l’impatto del coronavirus sulla nostra comunità continuerà a farsi sentire.”
Sono queste le parole con cui il sindaco di Cascina, Michelangelo Betti, apre il comunicato stampa in cui comunica l’attuale situazione epidemiologica presente sul territorio cascinese.
“Distanziamento, assembramento, mascherina, lockdown, coprifuoco, zona rossa, drive through, tampone, test sierologico ecc.. il cambiamento lo si nota anche in parole che, un anno fa, non sarebbero state comprese. – continua – Governare e amministrare sono divenute attività ancora più complesse e la nuova giunta col nuovo consiglio stanno lavorando per farlo al meglio. Certo, è bene dare la misura di quello che è stato il Covid per Cascina sino a oggi, a una decina di giorni dalla fine del 2020.”
Per quanto riguarda i dati, Betti dice: “Nel nostro Comune abbiamo ancora 196 cittadini contagiati in isolamento. La cifra può essere considerata incoraggiante se si pensa che a metà ottobre avevamo meno di 80 residenti in isolamento e che un mese dopo eravamo arrivati a superare quota 670. I guariti sono 1367, ma è il bilancio delle vittime a far riflettere: a Cascina ci sono stati 37 morti per Covid, tra questi ben 28 nella seconda ondata. Il rapporto dei decessi rispetto al numero dei residenti è leggermente migliore rispetto a quello della media nazionale, questo non riduce però il dolore per queste perdite che hanno colpito quasi esclusivamente la generazione dei nonni. Tra le morti registrate 21 sono di ultraottantenni, 10 di ultrasettantenni e sono invece 6 gli under settanta. La diffusione della seconda ondata ha raggiunto anche la Rsa Remaggi, che non era stata toccata a marzo-aprile. Il Covid ha portato 13 decessi tra gli ospiti. Attualmente tra i 54 ospiti, 13 sono ancora i positivi al tampone e 27 sono i guariti dal contagio. La situazione è in miglioramento.”
“Si deve essere attenti e rispettosi delle regole di contrasto alla diffusione del virus in tutte le fasce di età, per non danneggiare il settore più fragile della nostra società. La sfida alle norme non è segno di coraggio, ma è sinonimo di un egoismo sfacciato. La discussione sulla libertà è comprensibile, ma le cifre parlano da sole e dicono di essere prudenti” – ricorda e conclude Betti.