Fratelli d’Italia Palaia spiega le ragioni del voto contrario in consiglio comunale e si rivolge al Governo regionale: “Occorre che i cittadini sappiano quali saranno i risvolti economici. “
PALAIA. Il gruppo Consiliare spiega perché ha espresso voto contrario durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale del 31 Maggio 2022:
– Approvazione regolamento per l’applicazione della tassa sui rifiuti (TARI)
– Determinazione tariffa tassa sui rifiuti (TARI) anno 2022
– Presa d’atto piano economico finanziario ciclo dei rifiuti per gli anni 2022-2025
– approvato da Ato Toscana Costa.
“Abbiamo – speiga il gruppo Consiliare Fratelli d’Italia Palaia – espresso un voto contrario a tutti e tre gli argomenti trattati poiché, in realtà, il problema della gestione dei rifiuti, in Toscana, è un affare più complesso e i Comuni si trovano a dover votare qualcosa che possiamo definire una “ presa d’atto” in merito ad un sistema che ci viene calato dall’alto e nel quale non abbiamo la possibilità di esprimere pareri o emendamenti, ma un solo dovere: calcolare la tariffa”.
Prosegue FdI: “Un sistema di gestione dei rifiuti urbani con un sistema di calcolo che premia le imprese e punisce le famiglie, soprattutto quelle numerose. La TARI avrà un aumento diffuso che varierà da Comune a Comune da qui al 2025. Nel nostro caso, l’Amministrazione del Comune di Palaia, per il 2022 ha provveduto ad uno spostamento di bilancio per “calmierare” gli aumenti che, per quest’anno non ci saranno. Un’iniziativa che comprendiamo, ma non condividiamo perché è una misura tampone che non potrà replicarsi all’infinito. Facciamo un esempio, al riguardo: incassiamo 100 e, invece di investire questo denaro in servizi per i cittadini, prendiamo 50 e lo usiamo per calmierare questa situazione. Comprensibile, ma non sostenibile.”
“L’aumento dei costi trova una precisa responsabilità nelle politiche attuate negli ultimi 15 anni dalla Regione Toscana . Facciamo chiarezza : l’aumento dei costi è la conseguenza della mancata costruzione di impianti da parte della Regione . In passato, il pre-vigente piano regionale dei rifiuti in alcuni territori della Toscana, aveva previsto la costruzione di termovalorizzatori. Le aziende di smaltimento ne avevano tenuto conto, nei loro piani finanziari ( che a cascata determinano le tariffe di cittadini ed imprese ). Il Governo regionale decise di non autorizzarle per motivi esclusivamente politici ma che hanno determinato i primi aumenti tariffari. Nel presente, la Toscana è alle prese con la redazione del nuovo piano dei rifiuti regionali. Nonostante che i fatti abbiano già mostrato ampiamente quanto sia profondo il divario rispetto alle Regione più virtuose, ancora il piano non è stato stilato e sembra lontano dall’essere completato. AD OGGI NON E’ PREVISTA LA COSTRUZIONE DI ALCUN TERMOVALORIZZATORE. Una scelta politica legittima, ma occorre che i cittadini sappiano quali saranno i risvolti economici. Difatti, alla fine del ciclo di smaltimento rifiuti, anche quello più virtuoso, vi è una parte residua che non è riciclabile. A questo punto o quel materiale si conferisce in discarica o si manda in termovalorizzatore (fuori regione o all’estero).
Conclude il gruppo Consiliare Fratelli d’Italia di Palaia: “Ed ecco qualche numero: la Toscana esporta circa 30.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati trattati negli impianti di selezione (Tmb), prevalentemente verso impianti di recupero energetico all’estero. Produciamo frazione combustibile da rifiuti urbani nei nostri 11 impianti di trattamento meccanico biologico ma nella nostra Regione non abbiamo dove bruciarli. Siamo passati da 11 termovalorizzatori a 4, con la previsione di chiusura di altri due. Questa la situazione ad oggi. E di nuovi impianti per adesso non c’è traccia concreta. La Toscana esporta fuori regione 210.000 tonnellate di frazione organica, verso impianti di compostaggio o digestione anaerobica nelle regioni del nord. Il tasso di discarica è al 30% in leggero aumento negli ultimi anni. Si tratta di un dato molto preoccupante, considerato che la Direttiva europea prevede un massimo del 10% di rifiuti urbani conferibili in discarica al 2035, fra 14 anni. E che alcune regioni del nord (Lombardia, Emilia-Romagna) sono già sotto il 10%. Occorre una metodologia seria e concreta per far sì che il Piano Regionale Gestione rifiuti venga redatto al più presto e si trasformi in un’occasione per risolverli i problemi, piuttosto che rinviarli o nasconderli.”
Fonte: Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia Palaia