Un anno senza Giacomo Maccheroni: Pontedera ricorda l’ex sindaco tra memoria, politica e le parole del sindaco Matteo Franconi in una lettera toccante.

È trascorso un anno dalla scomparsa di Giacomo Maccheroni, storico ex sindaco della città, figura centrale della vita politica locale e regionale tra gli anni Sessanta e Ottanta. Maccheroni guidò la città dal 1965 al 1975, attraversando la fase critica del dopopiena del 1966, per poi proseguire la sua carriera come assessore all’Urbanistica della Regione Toscana fino al 1983 e infine come Presidente del Consiglio Regionale fino al 1987 (Clicca qui).
La sua eredità amministrativa e politica è ancora viva nella memoria collettiva. A ricordarlo oggi è l’attuale sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, che ha voluto dedicare parole dense di affetto e riconoscenza.

Il primo cittadino dichiara:
«CARO GIACOMO,
è già trascorso un anno da quel tristissimo 10 ottobre.
Mi piace pensarti, chissà dove, a seguire e commentare con lucidità commovente i fatti della vita pubblica; la voce tonitruante; il tono stentoreo.»
Ripercorrendo i momenti difficili che la città ha recentemente affrontato, Franconi ricorda e dichiara:
«Durante i giorni difficili di marzo, sotto quella pioggia in cui Pontedera sembrava Macondo e la piena dell’Arno tornava a fare davvero paura, quando abbiamo aperto lo scolmatore e messo in sicurezza l’intero territorio ti ho pensato, lo confesso.
Ho pensato alle parole con cui raccontavi quei giorni del novembre ’66 quando con responsabilità e coraggio ti sei caricato sulle spalle i timori e la sofferenza della città fino a portarla fuori dal disastro di quel diluvio.»
Riflettendo sui nuovi interventi idraulici, il sindaco sottolinea e dichiara:
«Lo hai visto, lo scolmatore e le altre opere di messa in sicurezza idraulica che anche tu hai fortemente voluto ci hanno aiutato ma, come amavi sempre dire, “non è mai abbastanza”; per questo stiamo programmando il potenziamento del canale, rafforzando le arginature dell’Era in centro città e risagomando il tracciato del Rotina a Santa Lucia.»
Lo sguardo si allarga ai grandi eventi globali. Franconi riflette e dichiara:
«Caro Giacomo,
credo che a presindere dalla dimensione religiosa tu abbia pianto la morte di Papa Francesco avendone apprezzato il pontificato riformista e fondato sulla giustizia sociale, proiettato verso la trasformazione del sistema economico globale in chiave solidaristica, profondamente attento ai temi dell’ambiente e della gestione dei fenomeni migratori mondiali.»
Sul fronte internazionale, il sindaco aggiunge e dichiara:
«Così come credo che tu abbia seguito con sgomento e disappunto (per la postura timida e ondivaga della comunità internazionale) il tragico protrarsi della guerra in Ucraina e il massacro di civili inermi nella Striscia di Gaza dove però, proprio in queste ore sembra finalmente emergere una possibilità concreta di pace. Lo so che adesso mi bacchetteresti e mi diresti che le parole sono importanti: “una tregua come quella che si sta delineando non è la stessa cosa di una pace duratura e giusta. È un primo passo ma c’è da lavorarci ancora molto”. Lo so, hai ragione, ma la speranza che si fermi questa strage mi fa superare le ragioni della semantica.»
Con un passaggio dedicato alla storia istituzionale della Toscana, Franconi ricorda e dichiara:
«Caro Giacomo,
tra pochi giorni si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Toscana, una istituzione di cui sei stato protagonista indiscusso e che hai contribuito con intelligenza, tenacia e determinazione a rendere decisiva per la vita quotidiana delle persone.»
Il primo cittadino evidenzia l’eredità politica di Maccheroni e dichiara:
«Lo hai fatto fedele ai tuoi valori e secondo le tue posizioni politiche scegliendo la strada maestra della discussione pubblica e del confronto con chiunque volesse trovare soluzioni ai bisogni delle famiglie, delle imprese, dei territori.»
Sull’attuale identità della Toscana, Franconi sottolinea:
«Se la Toscana oggi è un ecosistema riconosciuto non soltanto a livello nazionale per la sua sanità pubblica, per il sistema di formazione scolastica, per una rete di protezione sociale diffusa e per la sua caratura culturale, lo deve anche al tuo instancabile apporto.»
Con un tocco di ironia e memoria viva, il sindaco sorride e dichiara:
«Mi fermeresti anche stavolta dicendomi “falla finita con questi salamelecchi e pensiamo a spiegare alle persone quali progetti abbiamo per migliorarla ancora la Toscana; qui il mondo si muove alla svelta e noi dobbiamo correre”.»
Immaginando le reazioni di Maccheroni alle dinamiche politiche attuali, Franconi commenta e dichiara:
«Fammi ancora dire con un sorriso, a prescindere dalla tua incrollabile e cristallina militanza socialista, che mi sono addirittura immaginato come avresti vissuto le riunioni durante le settimane turbolente che hanno riguardato la composizione della lista provinciale del PD a queste elezioni: non sarebbero bastati i tavoli a contenere quel pugno battuto con la veemenza che usavi per dire “ma cosa c’avete in testa? È sbagliato! ***” (gli asterischi penso possano bastare).»
Infine, con grande emozione, il sindaco conclude e dichiara:
«Caro Giacomo,
se mi è venuta voglia di scriverti questa lettera aperta è perché ci manchi.
Ci manca la tua lucidità,
ci manca la spavalderia della tua intelligenza,
ci manca persino la tua voce roboante che ci ammoniva ogni volta che ritenevi fossimo troppo miti e silenti.
Non arrabbiarti se continuiamo a tenerti ancora con noi.
Lo faremo sempre.»
E in chiusura, la promessa mantenuta, come ricorda il sindaco che dichiara:
«P.S.
La promessa l’ho mantenuta: “bimbo in Consiglio Comunale anche la forma è sostanza. Il sindaco per rispetto deve portare la giacca e la cravatta. Punto”.»