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“Sindaco chi?”: l’intervista esclusiva a Silvia Rocchi

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Speciale VTrend, elezioni a Capannoli: dieci domande alle candidate. Ecco le risposte della candidata Silvia Rocchi.

CAPANNOLI. La data delle elezioni amministrative, dell’8 e 9 giugno, si avvicina sempre di più. Così VTrend ha deciso riaprire la rubrica “Sindaco chi?” e porre dieci domande identiche ai candidati sindaci che si presentano alla guida di Capannoli, offrendo a lettori ed elettori un’opportunità chiara e trasparente di valutare le proposte e le idee dei loro potenziali rappresentanti. A Capannoli corrono per la carica di sindaco: Arianna Cecchini, Barbara Cionini e Silvia Rocchi.

In questo articolo diamo spazio alle risposte di Silvia Rocchi, candidata di una lista civica “Silvia Rocchi Sindaco” che ha ricevuto l’appoggio del centrodestra unito (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) e di Italia Viva.

La scheda di Silvia Rocchi. Nata a Pontedera nel 1976, vive stabilmente a Capannoli dal 2010. Negli ultimi quattro anni Rocchi ha ricoperto la carica di presidente dell’Associazione Centro Commerciale Naturale di Capannoli e Santo Pietro Belvedere. Laureata presso la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori, ha lavorato a lungo come interprete professionista. In seguito, ha conseguito un master in marketing e comunicazione aziendale e gestisce, insieme al marito, un’agenzia di viaggi e tour operator. 

Nel tempo libero, Silvia Rocchi coltiva la passione per l’arte e per la lettura, specialmente di saggi. La sua candidatura come sindaco del Comune di Capannoli segna una nuova fase della sua vita e il suo debutto nel mondo della politica.



Ecco le risposte
di Silvia Rocchi, candidata sindaco con la lista “Silvia Rocchi Sindaco”:

1. Perché ha scelto di candidarsi a sindaco di Capannoli?

Silvia Rocchi:Ho scelto di candidarmi perché quando si ritiene di voler cambiare le cose per un paese che ha tutte le potenzialità per fare il salto di qualità, allora è giusto impegnarsi in prima persona, mettendoci la faccia. 

Ho scelto di candidarmi perché Capannoli e Santo Pietro devono tornare protagonisti: qui devono poter arrivare turisti, insediare nuove aziende, tornare ad aprire i negozi. C’è molto da fare per le famiglie e per le categorie più fragili. Credo che un’amministrazione debba lavorare in funzione di migliorare i servizi e di abbassare le tasse per i propri cittadini però, per farlo, bisogna mettere in piedi un modus di governo completamente diverso da quello attuale. Penso che la politica, quella sana, abbia bisogno di idee di persone capaci e non di veti”.

2. Come ha selezionato i membri della propria squadra di candidati e quali criteri ha seguito per questa scelta?

“Tutte le persone che fanno parte di questa squadra condividono, con me, una visione basata sul cambiamento, sui valori e sulle azioni che concretamente si possono mettere in campo fin da subito. Il criterio con cui ho scelto i candidati sono: la competenza, l’empatia e la capacità di ascolto che mancano in queste giunte da vent’anni”.

3. La priorità per Capannoli. Se verrà eletta sindaco di Capannoli quale sarà la prima cosa che farà?

“Visto lo stato in cui versa il nostro Comune non possiamo darci un ordine di importanza sulle cose da fare. Dovremo attivare più azioni contemporaneamente: riattivare la riqualificazione urbana sul piano delle manutenzioni, e costruire con i tecnici del territorio un masterplan riqualificante per Capannoli e Santo Pietro da seguire passo dopo passo. Contestualmente dobbiamo mettere mano alla zona produttiva, cercando imprese che si vogliono insediare, per creare posti di lavoro. Poi dobbiamo lavorare sul sociale e sui servizi per le famiglie che devono essere assolutamente aumentati e migliorati. Allo stesso tempo dobbiamo iniziare a creare un piano culturale e a fare una programmazione turistica che valorizzi le nostre eccellenze. Sono tanti gli aspetti ai quali dobbiamo mettere mano, ed è per questo motivo che ho scelto una squadra di persone qualificate”. 

4. Quali sono le vostre proposte per incentivare la partecipazione politica dei giovani?

“I giovani si sono legittimamente allontanati dalla vita politica perché la politica non li coinvolge nelle decisioni, non tiene conto del loro punto di vista. Noi, invece, vogliamo accogliere le loro richieste ma prima gli chiederemo di prendere parte attiva alle decisioni. Non possiamo chiedergli di partecipare alla vita politica se prima non li coinvolgiamo nel processo decisionale.

I giovani li coinvolgeremo nell’ideazione delle iniziative e degli eventi, metteremo loro a disposizione un’area di coworking per ragazzi e ragazze che vogliono iniziare a lavorare e a fare impresa a Capannoli e Santo Pietro. Inoltre avvieremo la prima scuola di politica dell’alta Valdera che avrà l’obiettivo di dare ai giovani degli strumenti culturali e di motivazione per partecipare di più alla vita politica istituzionale. Questo è il tentativo per superare la disaffezione di cui stanno soffrendo i giovani, ma per fortuna non tutti.

Infine, ritengo che un’amministrazione lungimirante debba concentrarsi sulla creazione di opportunità lavorative per i giovani. Il mio approccio per realizzare questo obiettivo è attrarre nuove aziende e incoraggiarle a stabilirsi nel nostro comune”.

5. Quali azioni concrete e strategie intende mettere in atto per promuovere la sostenibilità ambientale a Capannoli?

Ritengo che la sostenibilità sia un valore ma oltre che di ambiente bisogna parlare di sostenibilità a 360 gradi, ovvero facendo riferimento ai criteri ESG che riguardano gli aspetti ambientali, sociali e di governo. Essere sostenibili significa avere una visione di cultura ad impatto sociale e ambientale positivo. Come farlo? Attuando un approccio governativo giusto, teso a salvaguardare i cittadini e non a vessarli, attraverso processi decisionali inclusivi e partecipativi e non, come nel nostro comune, il “One Woman Show”.

Altri esempi di politiche sostenibili sono: la riqualificazione del patrimonio edilizio adottando buone pratiche per la crescita sostenibile del territorio, la formazione degli studenti sui temi della sostenibilità ambientale e sociale, la manutenzione del verde pubblico, la tutela del nostro assetto idrogeologico, l’adozione del regolamento dei beni comuni e dell’amministrazione condivisa, e la condivisione degli obiettivi e dei risultati con gli impiegati comunali che devono essere i primi a dover essere messi nella condizione di lavorare al meglio perché dal loro benessere dipende il buon esito delle azioni intraprese dall’amministrazione. 

Tutto questo è sostenibilità, ridurre il concetto di sostenibilità alle piste ciclabili e alla piantumazione di alberi è una visione miope, mentre parlare di criteri ESG è lungimiranza. Non ha senso mettersi l’etichetta “candidata sostenibile” se poi di tutto questo non si fa niente.

6. Quali infrastrutture pubbliche dovrebbe dotarsi Capannoli nei prossimi anni?

“Credo che a Capannoli ci sia meno necessità di realizzare grandi opere e più bisogno di concentrarsi sul mantenere, ristrutturare e curare le aree già esistenti. Tuttavia, nel nostro comune manca una struttura che possa fungere da luogo di aggregazione, in grado di ospitare eventi, iniziative e coinvolgere persone di tutte le età”.

7. Il ruolo della Valdera in Toscana. Condivide l’idea che i Comuni della Valdera debbano avere una visione generale strategica? Qual è il futuro della Valdera e dell’Unione Valdera? Cosa non ha funzionato fino ad oggi?

“I comuni della Valdera devono assolutamente avere una visione strategica condivisa, soprattutto quelli dell’alta Valdera di cui Capannoli fa parte. Il futuro è fatto di collaborazione tra i comuni su progetti di interesse generale ma, voglio specificare, che non stiamo parlando di fusioni tra comuni, dalle quali mi tengo molto distante.

Sul tema dell’Unione Valdera voglio essere chiara, se verrò eletta sindaco il Comune di Capannoli si tirerà fuori. Ritengo che l’Unione Valdera sia diventata un poltronificio e abbia fallito il suo obiettivo originario”.

8. Se i cittadini la sceglieranno come sindaco, come si immagina Capannoli e Santo Pietro tra cinque anni?

“Me li immagino più belli, più curati, più sicuri dal punto di vista della viabilità, più ricchi di eventi culturali e di intrattenimento, con più negozi di vicinato, con aziende che si sono insediate ma anche con una zona produttiva in grado di ospitarne delle altre.

Mi immagino il borgo di Santo Pietro già riqualificato, con un un buon numero di turisti, con qualche agriturismo in più e con i cittadini che saranno meravigliati per quello a cui staranno assistendo. Perché alcuni cittadini sono increduli rispetto alla fattibilità di ciò che sto dicendo ma, invece, io ci credo perché so che si può fare.

Mi immagino Capannoli riqualificato, con i giovani e gli anziani che hanno un punto di ritrovo, con piazze e parchi che saranno restituiti ai cittadini, perché oggi non lo sono. Mi immagino un clima con maggiore serenità sociale, un buon grado di inclusione e un’amministrazione condivisa dei beni comuni. Mi immagino giovani più partecipativi, le prime startup capannolesi nate negli spazi del coworking. Mi immagino Capannoli e Santo Pietro più pronte alle sfide del futuro”.

9. Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei come sindaco, invece delle altre candidate?

“Perché non mi sono candidata per una poltrona, né per non far vincere una candidata o l’altra, né mi sono candidata per risentimento verso qualcuno. Dovrebbero scegliere me come sindaco perché il mio unico interesse è il benessere delle famiglie, delle imprese e delle associazioni di Capannoli e di Santo Pietro. Mi dovrebbero scegliere per la visione che voglio portare e per darsi la possibilità di provare qualcuno che non amministrerebbe con un’ideologia partitica ma con un approccio gestionale ed empatico. Dall’inizio della campagna elettorale dico che la mia qualità migliore è la capacità di ascolto, sicuramente l’ascolto non mancherà mai nei confronti di nessuno perché sono convinta che con l’ascolto e il dialogo si possano risolvere la maggioranza dei problemi. Mi dovrebbero scegliere perché vorrei dare a Capannoli e Santo Pietro il lustro che meritano. Le persone che mi aiuterebbero in questo governo sono capaci, oneste e in grado di fare la differenza, sia dal punto di vista umano che lavorativo”.

10. C’è una domanda che non le ho posto e alla quale avrebbe voluto rispondere?

“Bisognerebbe chiedere a tutti i candidati quali sono i valori che li animano. Sto notando che durante questa campagna elettorale nessuno parla mai di valori. Quando una persona è animata da valori questi devono essere tradotti in un programma serio che sia condivisibile e attuabile ma anche visionario. I valori della lista “Silvia Rocchi Sindaco” sono anche i nostri tratti distintivi, che si fondano su: un governo basato sull’ascolto, sulla collaborazione, sulla partecipazione e sul rapporto trasparente con i cittadini. Dobbiamo passare da un modello gerarchico e verticale, come l’attuale modus operandi del comune di Capannoli, a un modello più innovativo, orizzontale e partecipativo. Il processo decisionale deve essere il risultato di un dialogo e di una collaborazione tra i cittadini e le istituzioni”.

Redazione VTrend

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