PISA. La scherma italiana è il lutto, è morto il maestro pisano Antonio di Ciolo.
Si è spento all’età di 86 anni, uno dei migliori tecnici della pedana moderna. É morto nella notte per l’aggravarsi delle condizioni di salute, il maestro Antonio Di Ciolo, classe 1934. Caposcuola e capostipite della scherma pisana, Antonio Di Ciolo ha formato in pedana intere generazioni di atleti che gli hanno regalato gioie ed emozioni, dai trionfi ai Gran Premi Giovanissimi sino alle medaglie iridate ed olimpiche: su tutte quelle di Alessandro Puccini, Simone Vanni e Salvatore Sanzo.
Così lo ricorda la Federscherma:
“Istrionico, ribelle ed anarchico, è stata presenza fissa tra le pedane di scherma sin dagli anni Cinquanta. Dopo il titolo di Maestro di scherma conseguito nel 1960, ha insegnato sino al 1994 al CUS Pisa, spostandosi poi sino al 1997 al Fides Livorno e dal 1994 al 2005 al Pisascherma, prima di far nascere, nel settembre del 2005 il Club Scherma Pisa “Antonio Di Ciolo”.
Ha seguito a lungo i suoi atleti anche come maestro della Nazionale di scherma, festeggiando titoli continentali, allori iridati e medaglie olimpiche. Tra i primi a comprendere la valenza culturale prim’ancora che sportiva e tecnica della scherma paralimpica, è stato maestro dell’allora Nazionale Disabili dal 1985 sino al 2000.
Diversi sono stati anche i libri che ha pubblicato. Dal “Pronti a voi…” con Paolo Macchia Piccini, nel 1996, a “Il Gioco della scherma”; scritto nel 1996 con Lio Bastianini e Mario Gori, ma anche “La Scuola Di Ciolo” edito nel 2007 e scritto con la collaborazione del figlio Enrico, di Simone Piccini e Sabrina Balestracci. Nel 2010 da alle stampe il suo “Manuale di Scherma”, presentato anche nel corso dei Campionati del Mondo Catania2011.
Infine, a dicembre 2019, pubblica il “Non perdo nemmeno se mi battono”, scritto con Roberto Scarpa e volto ad esprimere la sua “teoria anarchica del combattimento”.
Al di là dei numeri delle medaglie conquistate dai suoi atleti, l’apporto alla scherma italiana del maestro Antonio Di Ciolo sta nella rivoluzione dei metodi d’allenamento e di insegnamento della scherma.
Ma anche, e soprattutto, nel suo modo di interpretare la scherma”.
(Foto: www.federcherma.it)