«L’area oggetto di cementificazione del Chiesino ricade tra le aree a pericolosità da alluvione media P2.» dichiara Roberta Minneci.
Il Consiglio Comunale di Pontedera (a luglio 2023) ha approvato il piano attuativo del Chiesino con una variante semplificata al Regolamento Urbanistico, avviando così una rigenerazione urbana lungo la strada statale Tosco Romagnola, al confine con Calcinaia.
Principali caratteristiche del progetto:
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Uso dell’area: prevalente commerciale, con recupero del complesso edilizio di Madonna dei Malloggi.
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Tipologie edilizie previste: industriali-artigianali, commerciale al dettaglio e all’ingrosso, depositi, servizi direzionali, turistico-ricettivi.
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Dimensioni: edificazione massima di circa 26.000 m², suddivisa in 10 lotti edificabili su un’area complessiva di 18 ettari e 1 km di fronte strada.
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Spazi pubblici e infrastrutture: 20.000 m² di verde attrezzato, 10.000 m² di parcheggi, 10.000 m² di viabilità.
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Servizi e infrastrutture aggiuntive: pista ciclopedonale, percorso vita, nuova viabilità parallela, parcheggio scambiatore, nuovo impianto sportivo coperto in via dell’Olmo.
Obiettivi del progetto:
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Rigenerazione urbana e integrazione con il tessuto territoriale esistente.
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Creazione di spazi per lavoro, shopping, servizi, sport e tempo libero.
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Recupero di immobili storici e sviluppo sostenibile, con attenzione a verde e mobilità alternativa.
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Promozione di uno sviluppo di qualità che connetta l’area al centro di Pontedera.
Sul tema è intervenuta recentemente Roberta Minneci, componente di Presidio Civico.
«Sappiamo ormai tutti che oggi, più che mai, le bombe d’acqua, per effetto del cambiamento climatico, possono verificarsi con una frequenza maggiore e che la conta dei danni non è giustificabile di fronte a una trascuratezza nella pianificazione del territorio. Non bastano le allerte meteo. Non basta aver prolungato ieri lo stato di emergenza per consentire i risarcimenti milionari per l’alluvione di due anni fa. Oggi ricorre il 59° anniversario dell’alluvione del 4 Novembre 1966 ma le politiche di prevenzione, portate avanti dall’amministrazione comunale, sono scarse.» dichiara Minneci.
«Leggendo attentamente i pareri degli enti competenti in materia ambientale, forniti al Comune di Pontedera, ci accorgiamo che ci sono state delle lacune di analisi nel redarre il Piano Operativo Comunale. Uno degli enti che ha fornito le osservazioni, oltre al settore ambiente della Regione Toscana, è l’autorità di bacino distrettuale dell’appennino settentrionale.» continua Minneci.
«Questo ente affronta diversi aspetti e in particolare comunica al Comune che esiste il Piano di Bacino stralcio Assetto Idrogeologico del distretto idrografico dell’Appennino settentrionale per la gestione del rischio da dissesti di natura geomorfologica (PAI dissesti) adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 39 del 28 marzo 2024. Il POC non ne ha tenuto di conto: si rileva che tale verifica non è stata effettuata rispetto agli obiettivi del PAI dissesti.» prosegue Minneci.
«Alcune aree previste per la cementificazione dal Piano Operativo Comunale di Pontedera adottato a Giugno 2025, ricadono in ambiti territoriali a pericolosità idraulica P2 – Pericolosità per alluvioni poco frequenti o P3 – Pericolosità per alluvioni frequenti, con magnitudo severa o molto severa e sono state interessate da alluvioni recenti. Ad esempio, l’area oggetto di cementificazione del CHIESINO ricade tra le aree a pericolosità da alluvione media P2.» sottolinea Minneci.
«E alcuni cittadini, passeggiando sull’argine dell’Era, si chiedono come caspita sia possibile ad oggi prevedere la realizzazione di nuovi edifici a due passi dall’argine. I documenti sono tutti pubblici per la legge sulla trasparenza, sono visionabili da tutti i cittadini.» conclude Minneci.






