Primi casi di peste suina in Italia: non pericolosa per l’uomo ma l’epidemia va scongiurata per proteggere gli allevamenti ed evitare importanti ripercussioni socioeconomiche. La Regione fornisce le direttive per limitare i contagi, i comuni di Calci, Cascina, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano le ribadiscono alla cittadinanza.

Dopo i primi casi di peste suina registrati in Italia (CLICCA PER SAPERNE DI PIU’), i Comuni di Calci; Cascina; San Giuliano Terme; Vecchiano e Vicopisano scongiurano allarmismi ma ribadiscono le importanti direttive della Regione Toscana per evitare una diffusione incontrollata dei contagi. Così si legge nella comunicazione ufficiale:
“In seguito ad alcuni casi segnalati di peste suina africana (PSA) in Piemonte e in Liguria, rispettivamente nelle province di Alessandria e Genova, significativamente vicini al confine nord-ovest della Toscana, anche il presidente della giunta regionale – oltre a emanare un’ordinanza con la quale ha sospeso l’attività venatoria e disposto il rafforzamento della sorveglianza passiva attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale nella provincia di Massa Carrara – ha inviato una Pec a tutti sindaci dei comuni della Regione chiedendo collaborazione e aiuto nella diffusione di informazioni utili a contenere la diffusione di questa malattia.
È per questo che, in sinergia, i 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐥𝐜𝐢, 𝐂𝐚𝐬𝐜𝐢𝐧𝐚, 𝐒𝐚𝐧 𝐆𝐢𝐮𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐓𝐞𝐫𝐦𝐞, 𝐕𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐞 𝐕𝐢𝐜𝐨𝐩𝐢𝐬𝐚𝐧𝐨 hanno deciso di fare una comunicazione congiunta per veicolare le informazioni diffuse dalla Regione Toscana e per scongiurare allarmismi ma, soprattutto, per dare alla cittadinanza alcune linee guida.
Il 𝐯𝐢𝐫𝐮𝐬 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐬𝐮𝐢𝐧𝐚 𝐚𝐟𝐫𝐢𝐜𝐚𝐧𝐚 rappresenta un serio rischio epidemico per i suini allevati determinando, date le caratteristiche, un elevato indice di morbilità e mortalità con conseguenze dirette e indirette sulle produzioni della filiera regionale.
È per questo che si rende necessario controllare la diffusione della malattia nei cinghiali anche per proteggere i suini allevati. Questa malattia pur non colpendo l’uomo, ha gravi ripercussioni socioeconomiche nei paesi in cui è diffusa, decimando rapidamente le popolazioni dei cinghiali e dei suini allevati e precludendo le esportazioni di carni suine e prodotti a base di carne dai territori colpiti.
La peste suina africana è una malattia di difficile contenimento/eradicazione (non esistono vaccini né cure).
La PSA si diffonde principalmente attraverso movimentazioni, contatti con popolazioni di cinghiali infetti e con carni o prodotti a base di carne di animali infetti (compresi prosciutti e insaccati ancorché stagionati). Ai fini del contenimento della malattia attualmente risulta prioritario:
- il controllo delle movimentazioni di suidi;
- mettere in atto tutte le misure possibili a evitare che la popolazione di cinghiali possa venire a contatto e nutrirsi con rifiuti potenzialmente infetti, ovvero con carni e prodotti a base di carne di suidi infetti;
- mettere in atto tutte le misure possibili a evitare che i suini di allevamento entrino in contatto con la popolazione di cinghiali selvatici;
- sollecito riscontro diagnostico per suini con sintomatologia sospetta o morti.
Tutti e cinque i comuni diffonderanno, attraverso la pubblicazione sui rispettivi canali di comunicazione istituzionale, le locandine informative predisposte dal Ministero della Salute.
Tutte le informazioni sono reperibili anche al link: https://bit.ly/3tFy3mJ”