Il paziente si è sottoposto all’intervento chirurgico ma gli esami istologici successivi all’operazione hanno rivelato che la patologia non c’era.
Gli amputano il pene in un intervento chirurgico riuscito ma l’operazione non era da fare, il paziente non era affetto da tumore ma da una forma di sifilide curabile con farmaci.
Ora – come riporta il Corriere di Arezzo – il giudice dell’udienza preliminare Claudio Lara deve valutare il rinvio a giudizio di un urologo dell’ospedale San Donato di Arezzo.
Il paziente chiede di essere risarcito. L’intervento risale al 2018 e venne deciso dopo una diagnosi per cui era sospettata una patologia tumorale al pene, che venne poi smentita dagli esami istologici ormai successivi, e ‘tardivi’ sostengono i legali del paziente, sui tessuti prelevati.
Il medico è imputato per lesioni gravissime. All’inizio il pm Laura Taddei aveva concluso per l’archiviazione ma gli avvocati del paziente si sono opposti dal gip e dopo l’udienza tenuta a fine 2022 il giudice Giulia Soldini ha optato per l’imputazione coatta del medico. (ANSA).