Attimi di terrore ieri pomeriggio quelli vissuti in via Cattaneo quando un uomo è entrato in un negozio di parrucchiere armato di coltello minacciando di morte gli astanti.
L’uomo, poi identificato per il 26enne T.W., tunisino, pluripregiudicato per reati contro la persona e per spaccio di stupefacenti, con anni di carcere alle spalle, era infatti entrato armato di un coltello a serramanico e, dopo avere afferrato per il collo un minorenne lì presente, aveva minacciato di ucciderlo. Anche il parrucchiere, intervenuto in difesa del ragazzo, aveva subito le stesse minacce di morte con il coltello puntato alla gola. Il terrore della scena in atto aveva talmente pervaso i presenti che molti di loro, connazionali dell’aggressore, si sono messi in mezzo per evitare che questi portasse a compimento i suoi nefasti propositi. L’uomo ha desistito solamente una volta resosi conto di essere ripreso in diretta dal sistema interno di video sorveglianza del negozio. Quindi è uscito per strada, ma non ha rinunciato al suo intento criminale e, infatti, si è messo seduto sul marciapiede di fronte in attesa che le vittime designate uscissero dal negozio. I presenti non hanno esitato a chiamare il numero di emergenza del Nosu della Polizia Municipale, che faceva immediatamente intervenire un equipaggio in abiti civili che stazionava in zona e due equipaggi coordinati dall’Isp. Marco Vallini.
Gli agenti, individuato l’uomo, è stato bloccato e perquisito.Notato un tombino della fognatura ai suoi piedi, hanno visto il grosso coltello a serramanico sul fondo. Una volta aperta la grata, il tunisino, con mossa repentina, si è gettato con un braccio nella fossa nel tentativo di recuperare l’arma rivolgendola contro gli agenti stessi. Nonostante la violenza posta in essere, l’uomo è stato coraggiosamente disarmato e tratto in arresto. Acquisite le immagini della video sorveglianza del negozio, si è potuto avere esatta conferma di quanto riferito dagli spaventatissimi dipendenti e clienti del parrucchiere di via Cattaneo. Si vede infatti nitidamente il soggetto che entra nel negozio urlando, estraendo il coltello dalla tasca, afferrare per il collo un paio di persone e minacciarle di morte. Lo stesso è entrato una seconda volta impugnando la lama ed è uscito accorgendosi della presenza delle telecamere.
Dopo la tragica morte del parrucchiere di via Corridoni, lo scorso 7 agosto, accoltellato da uno squilibrato, e dopo gli altri gravi episodi di persone ferite con il coltello nella zona della Stazione, l’attenzione per questo tipo di fenomeni criminali è massima ed anche gli uomini e donne del Nosu, assieme alle altre Forze dell’ordine, mantengono costantemente monitorata la situazione, anche e soprattutto con azioni di prossimità ai cittadini italiani e stranieri che vivono e frequentano il rione.
La persona arrestata è comparsa questa mattina davanti al giudice dott. Zucconi che convalidava l’arresto e ha sottoposto l’uomo alla misura cautelare della custodia in carcere, visto il nutrito curriculum criminis, e rinviava l’udienza per il dibattimento al prossimo 14 luglio. L’arrestato, anche dopo la cattura, ha continuato a tenere comportamenti connotati da estrema violenza dia fisica che verbale. Ha infatti danneggiato la camera di sicurezza oltre che la portiera dell’auto di servizio prendendola a calci. Ha quindi ripetutamente cercato di colpire gli agenti di scorta che lo accompagnavano per finire ad inscenare una improbabile autoimpiccagione con strisce ricavate dalla coperta in dotazione nella cella legate al ti o di scarico del lavandino. Tutto ovviamente ripreso dalle telecamere di sorveglianza del Comando. Da precisare che il 26enne era tuttora sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nella Provincia di Pisa, divieto che impassibilmente continuava ad ignorare.
L’arrestato, di fronte al giudice, ha confermato ogni addebito, adducendo a sua giustificazione che uno dei bersagli sarebbe stato un quindicenne tunisino che avrebbe rifiutato di cedergli una dose di cocaina in piazza Vittorio Emanuele. Dal rifiuto sarebbe nato un litigio con fuga del minorenne fino dentro il negozio di parrucchiere inseguito dal maggiorenne. Il minorenne, identificato poi compiutamente, è stato affidato ad un centro di accoglienza dedicato.