L’assessora Monia Monni in visita alla casa di Comunità di Pisa: “Qui un modello avanzato di integrazione socio-sanitaria. Da queste esperienze nasceranno i nuovi modelli assistenziali regionali”
L’assessora regionale al Diritto alla Salute, Monia Monni, accompagnata dalla direttrice generale della ASL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani, ha visitato nei giorni scorsi la Casa di Comunità di Pisa di via Garibaldi, realtà già caratterizzata da un livello avanzato di integrazione tra servizi sanitari e sociali.
“Un’esperienza che, secondo l’assessora, rappresenta “un laboratorio di grande interesse, non solo per la qualità dell’assistenza, ma anche come possibile modello organizzativo da osservare e valorizzare nel percorso regionale di evoluzione delle cure territoriali”.
“La Casa di Comunità di Pisa – ha sottolineato Maria Letizia Casani – si inserisce nella più ampia Cittadella della Salute come modello multiprofessionale che integra servizi sanitari e socio-sanitari, nel rispetto dei tempi del PNRR”
“Questa struttura, già operativa, è un hub che riunisce servizi fondamentali – dalla RSA, alle cure palliative, alla radiologia, ad un centro diurno, al poliambulatorio ai servizi su 24 ore – per garantire una presa in carico realmente integrata e multidisciplinare. Il nostro obiettivo è quello di migliorare accesso e continuità delle cure, rafforzando il coordinamento con l’Azienda Ospedaliera e affrontando insieme alla Regione il problema oggettivo, non solo toscano, della carenza di professionisti.”
“Infine, non dimentichiamo che il nostro territorio ha visto un incremento del 50% delle prescrizioni rispetto al 2019, uno dei più alti in Toscana. Oltre a lavorare sull’offerta, è quindi essenziale agire sulla domanda, riducendo le prestazioni inappropriate che saturano le agende e rischiano di escludere chi ha reale bisogno.”.
“Qui – ha dichiarato Monni – siamo oltre la Casa di Comunità intesa in senso tradizionale: i servizi presenti sono articolati, diffusi e realmente orientati alla presa in carico complessiva della persona. È un modello complesso, ma almeno in parte replicabile. Per questo ho iniziato un giro nelle aziende e nelle esperienze più virtuose: vogliamo capire dove attingere per elaborare nuovi modelli assistenziali, capaci di rispondere ai bisogni reali dei cittadini”.
Infine, Monni ha sottolineato come il nuovo assetto regionale, che unisce l’assessorato alla salute e quello al sociale, nasca proprio dall’esigenza di favorire una integrazione vera, superando separazioni burocratiche che non esistono nella vita delle persone:
“Il territorio deve dialogare con l’ospedale e viceversa, evitando che la porta dell’ospedale diventi l’unico punto di risposta o, al contrario, un luogo in cui non si trova ascolto. Pisa esprime eccellenze su cui vale la pena investire.
La sanità toscana conta 56.000 dipendenti e richiede un forte coordinamento regionale per garantire pari opportunità su tutto il territorio. Il gioco di squadra deve coinvolgere professionisti, volontariato e comunità”. Fonte Asl Toscana Nord Ovest pagina social






