Dalla diagnosi precoce al contratto a tempo indeterminato nella moda: a 21 anni Marta conquista un traguardo costruito con ostinazione, rete e comunità.

La storia di Marta è una storia di tempo, di ostinazione e di piccoli passi. Un percorso iniziato molto presto, quando aveva appena due anni e mezzo, insieme alla sua famiglia e a un compagno di viaggio con cui convivere ogni giorno, quasi invisibile come uno spettro: lo spettro autistico.
Oggi Marta ha 21 anni e lavora con un contratto a tempo indeterminato nel settore della moda. Un traguardo che non cancella le difficoltà, ma restituisce senso e prospettiva a un cammino lungo e mai lineare.
«Quando sprofondi, poi ti ricordi tutto», racconta la madre, Cristiana. All’inizio c’erano la fatica di vedere e di accettare che qualcosa non andasse: Marta non parlava, ogni rumore poteva scatenare una crisi, aveva bisogno di routine rigide. Il percorso diagnostico e terapeutico è partito dal privato, perché nel pubblico non c’era posto, per poi approdare all’Ufsmia di Fornacette, dove – ricorda la famiglia – professionalità e umanità hanno fatto la differenza.
Marta ha iniziato a parlare e oggi è una ragazza ad alto funzionamento. «L’autismo lo smussi, ma rimane», dice spesso lei stessa, con una lucidità disarmante: «Non sono io, è il mio cervello che mi dice di fare così».
Cresciuta a Cascine di Buti, Marta ha frequentato tutte le scuole a Buti, dall’asilo alle medie. In quegli anni ha incontrato insegnanti capaci di includere anche senza essere di sostegno. Ed è proprio lì che nasce un altro pilastro della sua vita: un gruppo di amiche e amici che l’ha accompagnata fin dall’infanzia e che ancora oggi la protegge e la rispetta, adattandosi alle sue esigenze senza mai isolarla.
La passione per la moda arriva presto. Marta disegna vestiti, ritaglia sagome, crea pupazzi di carta. Mentre le coetanee guardano My Little Pony, lei si identifica con il pony stilista. Alle superiori si intestardisce: vuole fare moda, anche se i professori temono sia una strada troppo complessa. Con il supporto dell’Ufsmia, la famiglia decide di provarci.
Marta frequenta il Pacinotti di Pontedera, affrontando nuove autonomie con gradualità e protezione. Dopo l’attestato di fine percorso di studi, nel 2023, arriva la paura più grande: «E ora cosa succede?».
La risposta nasce da una rete informale fatta di genitori e relazioni costruite nel tempo. Tramite Chiara, una delle mamme dell’associazione T.A.R.T.A Blu APS Autismo Valdera Alta Val di Cecina, arriva il contatto con la ML Group, azienda di confezioni di alta moda attiva dal 1976 a Fornacette.
Prima una prova manuale, poi un inserimento socio-lavorativo monitorato dall’Asl. Passo dopo passo, le ore aumentano. Fino alla proposta: restare. Un’opportunità resa possibile grazie alla visione di Sandra Mannucci, che guida l’azienda seguendo la scia illuminata dei genitori Anna e Luigi.
Dal 5 maggio 2025 Marta lavora in ML Group con un contratto a tempo indeterminato, 21 ore settimanali, accompagnata sempre dai genitori. È precisa, concentrata, affidabile. In questo contesto, l’autismo diventa una risorsa. «Ho imparato i nomi delle mie colleghe», dice sorridendo. È il segnale più chiaro del suo benessere.
Fuori dal lavoro Marta continua a coltivare passioni e relazioni: nuoto, pittura su stoffa, amicizie. È stanca, ma serena. «Devi sempre guardare il lato positivo nelle cose», ripete spesso.
La sua storia dimostra che l’inclusione non è un gesto isolato, ma il risultato di una comunità che sceglie di credere nelle possibilità, anche quando il percorso sembra più difficile.




