Il comitato contro il trasferimento dei reperti archeologici di Orentano ha scritto alla soprintendenza.
Dopo due settimane dall’inizio della raccolta firme il Comitato Orentano 56020 ha raccolto ben 255 firme di Orentanesi (Firme scrutinate) contro il trasferimento dei Reperti Archeologici Orentanesi. Firme trasversali che travalicano le generazioni e le ideologie politiche personali dei firmatari.
“Il Paese non vuole che quei reperti vengano portati via – dice Andrea Buonaguidi, ideatore del Comitato Orentano 56020 e promotore della raccolta firme –, è incredibile la quantità di persone che sono quotidianamente coinvolte e che stanno aiutando con la raccolta firme, con la condivisione dei messaggi, dei contatti, con la ricerca di informazioni, e la condivisione di memorie personali a volte anche dolorose. Dietro questo coinvolgimento del paese c’è però un grido di dolore che ha bisogno di essere ascoltato, così come la sensibilità e la dignità stessa degli Orentanesi merita di esser rispettata“.
Per qualcuno quel Museo è un impianto elettrico da rifare. Ma per noi Orentanesi no. Continueremo a ribadirlo. Per noi è un archivio della nostra memoria e del Territorio Orentanese.. Dietro quei reperti ci sono la vita e la storia delle persone che, cosi come noi oggi, nei millenni scorsi hanno vissuto quello che adesso è il nostro paese. E c’è anche la storia e la vita delle persone che nel nostro territorio quei reperti hanno trovato. E per un paese particolare come il nostro, questo vuol dire che quel Museo rappresenta anche un Memoriale. Perché ci sono figli, nipoti, amici, conoscenti di quelle persone che ogni volta che passano davanti a quel museo, anche se chiuso, vedono al suo interno, sia i reperti, sia il volto delle persone a loro care e che ora non ci sono più. Dietro quel Museo ci sono 44 anni di storia e memorie della Comunità Orentanese.
Su tutto questo, abbiamo inviato una richiesta di verifica di Sostanza al Soprintendente Valerio Tesi.
Si tratta di un documento, strutturato e dettagliato che, partendo da un analisi dei testi di riferimento per il funzionamento dei Beni Culturali e dalla loro applicazione concreta, argomenta la specificità del valore iconografico e di conservazione della memoria di quei reperti per il caso particolare della comunità e del territorio Orentanese. E su questo siamo andati a chiedere, laddove sia compatibile con i suoi poteri, o rilevante o necessaria, una verifica di sostanza al Soprintendente Valerio Tesi della Soprintendenza di Pisa e Livorno.
Siamo fiduciosi, che data la complessità dell’argomento e le sue ripercussioni sulla popolazione di Orentano, la soprintendenza vorrà prendersi tutto il tempo e le attenzioni necessarie per valutare quanto abbiamo da dire.
Sappiamo di essere in una posizione di svantaggio, ma dobbiamo provare a percorrere tutte le strade possibili. Questa vicenda è priva di ogni logica. Una parte della storia così enorme e importante per la nostra comunità non può essere cancellata così superficialmente, da sei persone chiuse in una stanza, per la non volontà di provare a risolvere un problema cosi irrisorio”.