Cent’anni fa, il 3 giugno 1925, nasceva Elvira Orlandini, la giovane contadina destinata a entrare nella storia nera d’Italia con il soprannome che ancora oggi tutti ricordano: “la bella Elvira”.

PALAIA – Cent’anni fa, il 3 giugno 1925, nasceva Elvira Orlandini, la giovane contadina destinata a entrare nella storia nera d’Italia con il soprannome che ancora oggi tutti ricordano: “la bella Elvira”.
Il suo nome è legato in modo indelebile al tragico fatto di sangue che prese il nome di “delitto del Corpus Domini”, rimasto irrisolto e ancora avvolto nel mistero.
Il 5 giugno 1947, appena 22enne, Elvira fu infatti trovata uccisa con la gola tagliata a pochi passi dalla sua casa, nel borgo rurale di Toiano, nel comune di Palaia.
Era uscita per andare a prendere l’acqua alla fonte, mentre il paese si preparava alla processione religiosa. Non fece mai ritorno. La scena del crimine fu subito contaminata dall’arrivo dei curiosi e il caso, sin dall’inizio, fu segnato da indagini frettolose, depistaggi e clamorose omissioni.
Il fidanzato Ugo Ancillotti fu l’unico indiziato. Il processo, iniziato due anni dopo, divenne un caso nazionale: migliaia di persone si accalcarono fuori dal tribunale di Pisa, tanto che fu necessario trasferire le udienze a Firenze.
In aula si parlò di lettere anonime, di maghi e sensitivi, di una presunta gravidanza, di indumenti intimi mai ritrovati, e di voci su relazioni clandestine. Alla fine, Ancillotti fu assolto per insufficienza di prove e proclamò sempre la propria innocenza.
Elvira fu sepolta nel piccolo cimitero di Toiano, vestita da sposa. Un cippo commemorativo sul luogo del ritrovamento ricorda ancora oggi quella giovane vita spezzata. Il suo volto è diventato simbolo di un’Italia uscita da poco dalla guerra, dove modernità e antiche superstizioni si scontravano, lasciando spazio a un processo che fu, in parte, anche sociale.
A 100 anni dalla sua nascita, il nome di Elvira Orlandini continua a evocare domande senza risposta, fascino tragico e memoria collettiva. A distanza di lunghi anni, l’assassino non è mai stato trovato, ma il ricordo di Elvira è più vivo che mai tra chi, in quel borgo silenzioso e sospeso nel tempo, ancora racconta la sua storia.