“Pontedera: si brancola nel buio riguardo alla data d’apertura del reparto dialisi dell’ospedale. 6000 euro al mese per ospitare i dializzati in scomodi container. Vergognoso silenzio da parte del Pd che boccia un nostro Odg in merito”.
Torna al centro del dibattito politico regionale la questione del reparto di dialisi dell’ospedale di Pontedera, ancora non pienamente operativo. A sollevare nuovamente il caso è Elena Meini, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, che ha presentato un ordine del giorno in occasione della discussione sul Piano Socio Sanitario.
«Approfittando della presentazione del Piano Socio Sanitario, abbiamo voluto nuovamente redigere un atto in cui affrontiamo la questione relativa alle tempistiche d’apertura del reparto dialisi dell’ospedale di Pontedera» – afferma Meini.
L’esponente leghista denuncia la persistente incertezza sui tempi e le condizioni di accoglienza per i pazienti: «Si continua a brancolare nel buio più pesto e quello che indigna ancor di più è che i dializzati siano ancora ospitati in poco adeguati container il cui noleggio viene a costare ben 6.000 euro al mese».
Un costo che, secondo Meini, poteva essere evitato con una pianificazione più attenta: «Soldi che, se ci fosse stata una migliore programmazione dei lavori, sarebbero potuti servire per altri servizi assistenziali».
Il consigliere punta il dito contro la mancanza di risposte chiare: «Invece, tuttora, non è possibile conoscere una data certa su quando sarà pienamente operativo il predetto reparto».
Nel suo ordine del giorno, Meini ha chiesto formalmente un impegno alla Giunta per fare chiarezza: «Nel mio Odg, chiedevo, dunque, alla Giunta la massima trasparenza e quindi di conoscere, finalmente, quando, azzerando tutti i problemi, ci sarebbe stata l’apertura».
Oltre alla data di attivazione del reparto, Meini chiede un resoconto dettagliato dei costi sostenuti: «Inoltre, ritenevamo doveroso conoscere a quanto ora ammontino le spese rispetto ai progetti iniziali e quali costi complessivi ci siano per l’affitto dei prefabbricati».
Infine, conclude l’intervento ribadendo la priorità del benessere dei pazienti: «Occorre, infatti, avere il massimo rispetto dei pazienti; in questo modo, viceversa, si creano solamente forti disagi e grave spreco di soldi pubblici».