PECCIOLI. Uno spazio eclettico, multimediale, multidimensionale e fortemente identitario.
Nell’area al centro della seconda tesa del Padiglione Italia, il cui allestimento è opera dello studio Heliopolis 21 di Pisa ed è stato completato grazie a una serie di artisti e aziende in gran parte provenienti dalla Valdera, il Laboratorio Peccioli farà ruotare iniziative, performance teatrali, artistiche, musicali, tutte nel segno dell’unicità del borgo, la cui esperienza è considerata una delle possibili vie d’uscita da un mondo distopico.
Solo giovedì 20 maggio, con la premiere aperta alla stampa, sarà possibile mostrare le prime immagini di uno spazio che, come sottolineato dal sindaco Renzo Macelloni, «porterà un’intera comunità, la sua esperienza e il suo esempio di resilienza davanti agli occhi del pubblico di una mostra internazionale».
All’inaugurazione ufficiale, fissata per il 21 maggio, una delegazione pecciolese sarà presente al taglio del nastro della Biennale di Venezia. Mostra che il giorno successivo aprirà al pubblico. «Le nostre comunità resilienti aspirano a sentire il rumore di fondo. Discipline come la fisica e la biologia dell’evoluzione ci insegnano che è proprio lì, in quella marginalità, che si trovano le soluzioni ai problemi. – spiega Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia -. Quindi la nostra esplorazione delle marginalità, lo spingerci verso i confini dell’architettura convenzionale è un’esplorazione della capacità di resilienza umana, che risiede nella creatività». Melis, a proposito di Peccioli, si aspetta che diventi un centro di riferimento culturale anche in campo internazionale, nei filoni di ricerca più avanzati come quelli della biodiversità e della coesistenza con le specie non-umane, nel solco di una relazione che ha radici antichissime nella Toscana storica.
«Nella sezione Laboratorio Peccioli abbiamo cercato di inserire gli strumenti che consentano di replicare quei meccanismi e favorire la comprensione delle potenzialità e degli strumenti offerti da creatività e transdisciplinarità – spiega Nico Panizzi, coordinatore della sezione pecciolese a Venezia -. Questo spazio contiene contributi che vanno dal mondo della drammaturgia, al teatro, al disegno, alla scultura, alla musica fino al cinema. La creatività, intesa come strumento e strategia di sopravvivenza, rappresenta nella nostra visione una rappresentazione plastica dell’uscita dalla crisi».