La responsabile del centro trasfusionale di Pontedera, Danila Pappalardo, interviene sul “caso” del donatore che ha compilato il questionario con la penna rossa.
PONTEDERA. “Come responsabile del centro trasfusionale di Pontedera temo di dover fare alcune precisazione doverose”, dichiara la dottoressa Danila Pappalardo.
“Crediamo che ogni donatore comprenda che la compilazione del questionario non sia assolutamente ‘un gesto formale’; al contrario è il primo elemento della catena che consente a noi medici trasfusionisti di mettere in circolazione sangue sicuro.
Il questionario (contenuto nel DL 2 Novembre 2015) è un documento ufficiale a tutti gli effetti e ha un valore legale di auto dichiarazione. Pertanto può e deve essere esibito a richiesta del giudice in un eventuale contenzioso qualora si verificassero problemi medico legali (ad es. infezioni) legati ad una sua non veritiera compilazione. Non a caso è controfirmato dal medico in più punti, contiene il consenso informato al dono e la sua conservazione è illimitata nel tempo. La nostra priorità è la sicurezza.
Sicuramente nel caso del signor Paolo Coltelli si è verificato un problema di comunicazione; il donatore ha evidentemente inteso l’invito a ricompilare il questionario con una penna di colore nero come la proibizione all’atto stesso della donazione per aver compilato il questionario con una penna di colore rosso. In realtà è stato gentilmente richiesto al donatore di ricompilare il questionario con una penna fornitagli dal Centro Trasfusionale; purtroppo l’invito non è stato né accolto, né compreso. Anche la proposta di parlare con il medico responsabile della sala per risolvere il problema è stata vana.
Spieghiamo che l’invito a ricompilare il questionario con la penna nera è avvenuto per garantire la conservazione nel tempo di un documento ufficiale e ottimizzare una sua eventuale digitalizzazione, cosa che sarebbe difficoltosa ed incerta con l’ utilizzo di inchiostri di altro colore.
Auspichiamo che alla fine ogni equivoco venga superato, certi che la migliore ricompensa per ciascuno di noi sia donare la vita attraverso la donazione, andando oltre le intemperanze e gli attriti che purtroppo sono deleteri anche rispetto al mantenimento di una cultura del dono che dobbiamo diffondere e non distruggere”.