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Cambiamenti climatici e sicurezza idraulica: a Pontedera la giornata di studi “L’Arno che unisce”

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Focus sul fiume Arno tra cambiamenti climatici e sicurezza idraulica. Arriva a Pontedera la giornata di studi “L’Arno che unisce”.

Una giornata di studi interamente dedicata al fiume più grande della Toscana, con un focus su cambiamenti climatici, sicurezza idraulica e qualità ambientale. Si terrà venerdì 7 novembre, a partire dalle ore 9, presso l’Auditorium del Museo Piaggio di Pontedera (Pi), il convegno “L’Arno che unisce”.

L’evento rientra nel progetto “ARNO2026 – Idraulica e Morfologia Fluviale”, nato in continuità con Firenze2016 e pensato per cogliere il 60° anniversario dell’alluvione del 1966 come occasione per conoscere, monitorare e ripensare l’Arno come sistema unitario di bacino. Il progetto vede il coinvolgimento di un ampio partenariato che comprende l’Autorità di Bacino Distrettuale, la Regione Toscana, le Università di Pisa e Firenze, i Comuni di Firenze, Pisa e Pontedera, le aziende idriche Acque e Publiacqua Spa, Anbi Toscana e Cerafri.

I saluti istituzionali

La giornata si aprirà con gli interventi di saluto di Matteo Franconi e Michele Conti, sindaci di Pontedera e Pisa, di Dario Nardella, assessore del Comune di Firenze, di Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, di Giovanni Massini, direttore del settore regionale per la difesa del suolo e la Protezione civile, di Paolo Masetti, presidente di Anbi Toscana, di Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze, e di Chiara Galletti, delegata del rettore dell’Università di Pisa. È stato inoltre invitato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Le sessioni tematiche

La sessione degli interventi, coordinata da Luca Solari (Università di Firenze), si aprirà con “Nuovi approcci per una gestione integrata dei tratti fluviali”, a cura di Gaia Checcucci e Lorenzo Sulli dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale.

Seguiranno le relazioni di Giovanni Massini (Regione Toscana) con “Il percorso Meno Rischio in Toscana: nuove soluzioni contro frane e alluvioni”, e di Fabio Zappalorti, direttore di Anbi Toscana, su “La manutenzione integrata dei corsi d’acqua e delle opere idrauliche”.

Massimo Parrini (Comune di Pontedera) interverrà su “Il Fiume Arno come prospettiva di fruizioni lente e valori di rigenerazione sostenibile”, mentre Enzo Di Carlo (Genio Civile Valdarno Inferiore) illustrerà “Lo scolmatore d’Arno di Pontedera: attuale funzionamento e interventi di miglioramento”.

Seguiranno gli interventi di Maurizio Iannotta (Comune di Pisa) con “La navigabilità dell’Arno dalla città di Pisa alla foce”, e di Iacopo Bianchi (Comune di Firenze) con “Il reticolo secondario nel Comune di Firenze: studi di approfondimento sul Torrente Affrico e altri corsi minori”.

A chiudere la prima parte della mattinata, Nicola Perini (Publiacqua) con “Città spugna: il caso di Prato” e Simone Millozzi (Acque Spa) con “Pontedera laboratorio di resilienza: il progetto D4RUNOFF per un nuovo drenaggio urbano”.

Le università protagoniste

Dopo una breve pausa, spazio ai contributi accademici delle Università di Pisa e Firenze.

Stefano Pagliara (UniPi) aprirà con “L’idraulica del tratto finale del Fiume Arno: aspetti di gestione e di sistemazione”, seguito da Monica Bini e Marco Luppichini (UniPi) con “Effetti dei cambiamenti climatici sul Fiume Arno: passato, presente e futuro”.

Il professor emerito Enio Paris (UniFi) interverrà su “Esigenze di monitoraggio e rilievi dell’ambiente fluviale”, mentre Enrica Caporali (UniFi) parlerà de “L’impatto del cambiamento climatico sulla pericolosità delle alluvioni del Fiume Arno”.

A chiudere la giornata, Grazia Tucci (UniFi) e l’architetta Adele Meucci con “Dal rischio idraulico alla resilienza urbana: il digital twin del fiume Arno nel centro storico di Firenze”.

Il progetto “ARNO2026”

Il progetto ARNO2026, in continuità con l’esperienza di Firenze2016 per il Cinquantenario dell’alluvione del 1966, si propone come piattaforma comune di studio, divulgazione e coordinamento in vista del Sessantesimo anniversario (2026).

Obiettivo del progetto è consolidare una rete stabile di ricerca, monitoraggio e memoria dedicata all’Arno. Tra gli scopi principali: approfondire la conoscenza del fiume dal punto di vista idraulico, idrologico, morfologico, ecologico e della qualità fluviale; evidenziare le criticità che, soprattutto in ambito urbano, rappresentano potenziali fattori di rischio (come alluvioni, erosioni localizzate, trasporto solido e legnoso, inquinamento da plastiche e microplastiche); promuovere politiche e progetti di adattamento climatico e di gestione sostenibile delle risorse idriche.

ARNO2026 intende inoltre favorire la diffusione delle tecnologie digitali per il monitoraggio ambientale e idrologico, fino alla realizzazione di un “gemello digitale dell’Arno”, e coinvolgere comunità locali, scuole, università e cittadini nella cura partecipata del fiume.

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