CASCINA. Il candidato del centrosinistra per le elezioni di Cascina dice la sua sul piano strutturale Pisa-Cascina.
Michelangelo Betti, candidato del centro sinistra a Cascina, boccia il piano strutturale Pisa-Cascina: “Arroganza nella forma, inconsistenza nel merito. È facile fare un sunto di quel che rappresenta il Piano strutturale Pisa-Cascina, nella procedura di elaborazione e nei contenuti.
Un atto che determinerà il futuro di un intero territorio per oltre una generazione viene portato in adozione nei consigli comunali, sia di Pisa che di Cascina, senza che ci sia la possibilità di un vero confronto tra le forze politiche, né un percorso di partecipazione coi cittadini. Una corsa contro il tempo per un voto prima della scadenza del consiglio comunale di Cascina, anche di fronte a una palese spaccatura all’interno del centrodestra. Una spaccatura che può ridurre ancor di più la base di sostegno politico al Piano. Inoltre, visti i nodi procedurali il Piano potrebbe essere bloccato dai ricorsi, anche in caso di adozione.
L’approvazione – continua Betti – darebbe però anche il via a una visione intercomunale in cui Cascina viene vista come un territorio accessorio a Pisa. Ed è la definizione stessa di “Piano” a essere sbagliata: l’elaborato pare soprattutto una sommatoria di interventi senza un vero disegno strategico a lungo termine per il territorio, in un confronto limitato ai due dei Comuni più rilevanti della Toscana della costa. Senza guardare alla complessità e alle potenzialità dell’intera area.
Come già evidenziato il Piano presenta un progetto di ponte carrabile che da Cisanello arriva ai campi dell’Ansa dell’Arno senza uno studio sulla viabilità futura per quell’area e senza uno studio sui futuri flussi di traffico. Uno schema di previsione senza analisi riproposto anche per l’uscita della Fi-Pi-Li a San Frediano. Peraltro il Piano prevede anche un elemento positivo, per cui sono stati persi però quattro anni: un ponte pedonale per collegare il Comune di Cascina e quello di Vicopisano, simile a quello bocciato nel 2016 dall’attuale maggioranza (perché eredità dell’amministrazione di centrosinistra).
Si può concludere che il Piano certifica l’impossibilità di individuare un progetto per il domani dei territori partendo dal colore (verde) delle amministrazioni. Il futuro è una prospettiva comune, che dovrebbe trascendere il colore politico.”