Vicopisano piange Francesco Tucci, 67 anni. Il ricordo della comunità e le esequie.
Vicopisano piange la scomparsa di Francesco Tucci, 67 anni, conosciuto e apprezzato per la sua gentilezza e il suo essere buono. Figlio di Maria Gioconda Rosati, storica proprietaria del Bar Italia di Piazza Cavalca, Tucci si era impegnato a onorare la madre organizzando il ritorno di Sandra Milo a Vicopisano nel 2019, in occasione della Festa Medievale, permettendo alle due amiche di riabbracciarsi dopo anni. Le esequie saranno celebrate mercoledì 5 novembre alle 15 presso la Pieve di Santa Maria.
«E così perdiamo una persona cara al nostro Circolo… Francesco , il nostro “Papi” , ci ha lasciato… Tutti noi gli abbiamo voluto un gran bene, una persona meravigliosa che aveva sempre una parola gentile per tutti… Ci mancherai Papi! Da oggi quell’angolo di bancone sarà per sempre tuo.» si legge sulla pagina Facebook del Circolo L’Ortaccio di Vicopisano.
L’assessore del Comune di Vicopisano, Juri Filippi, ha ricordato Francesco con parole cariche di emozione: «Oggi è un giorno di lacrime e di tristezza. La scomparsa di un amico come Francesco Tucci porta con sé un dolore fortissimo. Spesso gli amici e gli affetti profondi si acquisiscono in età scolastica, negli anni della formazione. Con Francesco non è stato così, l’ho conosciuto in età assolutamente adulta e l’ho apprezzato ogni giorno di più.
Francesco era anzitutto un uomo buono, un uomo che sapeva ridere, che sapeva disinnescare una discussione, che sapeva passarci sopra. L’ho visto un sacco di volte alle prese con piccole prepotenze, piccoli soprusi e ho ammirato il suo saper accettare, saper passare sopra. Farlo con ironia, farlo perfino con comprensione dell’altro appunto. Francesco era un uomo di grande intelligenza, quella vera, quella di tutti i giorni, quella che non si costruisce. Che c’è o non c’è. Nell’approccio alle cose, nei ragionamenti, in una duttilità politica che pochissimi hanno. Francesco non arrivava mai con una verità precostituita. Domandava, si informava e poi si faceva la sua idea, libero da steccati e da recinti.
Francesco possedeva un’ironia raffinata e insieme affettuosa, matura e originale. Mai tagliente, mai offensiva. Francesco aveva la passione delle carte e anche in quello eccelleva. Nella classica partita al circolo tra dilettanti e appassionati era un giocatore di un livello assolutamente superiore! Francesco aveva dei tormentoni geniali. Porterò con me per sempre i tuoi arrivi all’Ortaccio caro France, e quella frase, sempre la stessa. “Quante ne perde Tanacca?”
Francesco sapeva voler bene e stimare una persona e sapeva dimostrarlo. In un modo evidente eppure mai banale, mai affettato. Non siamo nati e neanche cresciuti con la stessa idea politica ma un mare di volte mi hai fatto sentire il tuo apprezzamento e il tuo appoggio. Un calore, un carburante che terrò con me per sempre. E così sarà anche per le cose nella quali non ero certo un compagno ideale. Perché Francesco era anche Inter, gotto di vino, sigaretta. Ma anche in quello sempre con eleganza, rispetto, educazione. Non ricordo una sola volta di averlo trovato prepotente o irrispettoso o maleducato.
Per tutti questi motivi e molti altri ancora non riesco a smettere di piangere caro Francesco. La tua figura, in questi anni anche solitaria, un po’ schiva, sta lasciando un vuoto enorme. Lo sento e lo leggo in tante persone che ho incontrato poco fa. Lo so che forse saresti un po’ imbarazzato di fronte a queste parole. Tranquillo, lo sono anche io. Ma meriti assolutamente un omaggio pubblico, visibile a tutti. Per chi ti conosceva bene e ancor più per chi ti conosceva solo superficialmente. Fai a modo in questo nuovo viaggio, e grazie. Grazie davvero! Di tutto!».






