L’Epatite C non dà sintomi e quindi per prevenire le complicazioni della malattia non curata, occorre uno screening. Dal 2015 all’unità operativa Epatologia dell’Aoup sono stati trattati 2.628 pazienti e la guarigione è stata ottenuta nel 98.5% dei casi.
“TestiamoCi per l’epatite C” è l’invito che la Regione Toscana rivolge ai cittadini di età compresa fra i 34 e i 54 anni, un gesto importane a tutela della salute della comunità e personale. Per facilitare l’adesione l’assessorato alla sanità ha fissato per il 16 dicembre prossimo un giorno di accesso libero che a Pisa è stato organizzato dalla ASL Toscana nord ovest in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, la Pubblica Assistenza, la Misericordia e la Croce Rossa.
È un test non invasivo si effettua con un pungidito, prelevando una goccia di sangue capillare per la ricerca degli anticorpi anti-HCV. Il campione viene analizzato in tempo reale e il risultato consegnato in pochi minuti, con un semplice gesto si possono prevenire le complicanze della malattia poiché permette di identificare le infezioni asintomatiche e ancora non note e intervenire tempestivamente con una terapia efficace.
Come sottolinea la professoressa Maurizia Brunetto, direttrice dell’unità operativa Epatologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, dal 2015, anno in cui si sono resi disponibili i nuovi farmaci per l’epatite C presso l’unità operativa Epatologia dell’Aoup sono stati trattati 2.628 pazienti e la guarigione è stata ottenuta nel 98.5% dei casi. Eliminare l’infezione vuol dire guarire l’epatite virale e in caso di presenza di cirrosi vuol dire ridurre il rischio che compaiano le sue complicanze, che possono essere molto severe. Ma l’epatite C, come la maggior parte delle malattie di fegato, non dà sintomi e quindi per prevenire le complicazioni della malattia non curata, occorre cercare se nella propria vita si è incontrato il virus dell’epatite C. È facile saperlo, basta fare lo screening offerto gratuitamente dal Servizio Sanitario Regionale e Nazionale.
Se il risultato del test è positivo è necessario recarsi dal proprio Medico di Medicina Generale per la prescrizione del test di conferma che consiste in un prelievo di sangue venoso per la ricerca del materiale genetico del virus (HCV RNA).
Nel caso in cui anche il test HCV RNA risultasse positivo, è opportuno rivolgersi al proprio Medico di Medicina Generale per essere indirizzati presso il Centro Specialistico di riferimento per avviare il percorso di cura. Oggi sono disponibili cure con farmaci che vengono somministrati per via orale per 8-16 settimane e portano alla guarigione in più del 95% dei casi, senza o con minimi effetti collaterali.