A Pontedera l’atteso “Natale ad Arte” edizione 2021, inaugurato sabato 6 novembre, non ha ricevuto solo giudizi favorevoli.
Non mancano infatti critiche nei confronti della Cracking Art. Gli animali colorati, costruiti in plastica rigenerata, che adesso popolano con le loro intense vibrazioni di luce ampie parti della città di Pontedera, non piacciono a tutti. O meglio, alcuni cittadini, tra i quali Alessandro Tantussi, del quale pubblichiamo per intero la sua riflessione, si chiedono quale sia il nesso tra le installazioni e il Natale.
“Elefanti, pinguini e chiocciole. Non sono mica brutti secondo me, il problema sta nel fatto che sono fuori contesto- esordisce così Alessandro Tantussi-. Del resto la concezione del ‘bello’ e del ‘brutto’ è soggettiva, e così per l’arte: è artistico tutto ciò che è espressione e «non esiste una singola definizione di arte». L’arte, in particolare quella occidentale contemporanea, è soggettiva perché è spesso espressione astratta di un concetto. Ma qui si è perso il significato e la motivazione, cioè quella di annunciare e celebrare la festività. È in quel momento che la città si accorge che… ‘Oh, sì, il Natale anche quest’anno è arrivato‘.
Mi pare evidente che lo scopo ed il significato degli animali in plastica non sia quello di annunciare il Natale– afferma Tantussi-: ‘Le opere sono realizzate per sollecitare una riflessione collettiva sui temi dell’effetto antropico sull’ambiente naturale tramite azioni performative coinvolgenti, in cui installazioni fuori scala – come i celebri animali colorati – invadono i luoghi più vari, dagli spazi propriamente deputati all’arte a quelli della vita quotidiana’ (dal sito dei produttori)“.
Tantussi prosegue: “I bambini ci giocano e si divertono? Francamente penso di sì, e la cosa è positiva, ma la funzione non è quella (o non solo quella) di un parco di divertimenti per bambini. Quando si tratta di arte urbana, che è di tutti e dedicata a tutti, visto che occupa spazi pubblici e visto che si realizza con risorse pubbliche, si dovrebbe tener conto che il compito è quello di rivolgersi a tutti e quindi, pur nella ricerca dell’originalità artistica, dovrebbe rispettare interesse di tutti. Lo scopo è quello di allietare la festa. La funzione degli addobbi natalizi è principalmente è ovviamente quella di ‘abbellire’ la città, ma nel contesto della festa ed in relazione alla festa. In modo laico volendo, ma senza dimenticare l’origine della festività ed significato religioso che, la stragrande maggioranza delle persone, attribuisce al Natale. E quindi la prima domanda è: che c’azzeccano con il Natale?
La seconda: Si possono o no proporre installazioni che siano allo stesso tempo belle (o se ‘vogliamo’ artistiche) e magari originali ma che in qualche modo celebrino il senso della festa?
La terza: ma perché a Pontedera quella che dovrebbe essere un’opera pubblica è da trenta anni è monopolio di qualcuno? Non ci scordiamo che si tratta comunque di spazio pubblico e denaro pubblico, e nemmeno poco, anche se finanziato (in tutto o in parte) da aziende pubbliche o private: una volta che quei denari sono stati messi a disposizione del Comune diventano automaticamente patrimonio pubblico. Altrimenti si privatizza l’arte, l’arredo urbano, il suolo pubblico ed il denaro pubblico”.
Animali colorati in giro per Pontedera, vi piace la nuova scenografia artistica?
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“Tra le altre cose- conclude Tantussi-: le installazioni di Pontedera il frutto di artisti che sicuramente sono stati mossi da intenzioni ideali e che poi si sono trasformate in un rispettabilissima iniziativa commerciale a responsabilità imitata, per altro di successo, che ha prodotto in serie le opere e realizza un congruo fatturato distribuendole, sia con la formula della vendita che con il noleggio, tramite il proprio sito internet ed anche per mezzo di Amazon“.
M.S.