PONTEDERA. Partite Iva sul piede di guerra dopo l’arrivo della cartella della Tari: “Dovremmo pagare un servizio di cui non abbiamo usufruito”.
Dopo mesi di chiusure e restrizioni imprenditori, artigiani e commercianti si sono visti arrivare la cartella sui rifiuti con un sconto del 25% derivante dall’emergenza Covid-19. “Il Comune di Pontedera – afferma Raffaele Saviano di Apit Italia – vuole pareggiare i suoi bilanci ma non si preoccupa delle attività del territorio che si trovano sempre più in difficoltà con ulteriori tasse da pagare. Attuare sconti simbolici del 25% sulla tariffa quando le aziende neanche dovrebbero pagare la Tari è vergognoso. L’Amministrazione pontederese si è resa disponibile solo a inutili rinvii delle scadenze che non fanno altro che posticipare i problemi, l’unica cosa da fare immediatamente è annullare le prime due rate e applicare uno sconto sulla terza e quarta rata.”
L’insoddisfazione è forte, ed è percepibile dalle parole di alcuni imprenditori: “Dopo 6 mesi completamente chiusi e un anno in cui i bar hanno lavorato al 50% è assurda una spesa del genere – dice Bartolo Di Caterina del bar Digusto di Pontedera -. Mi aspettavo di più dall’amministrazione Comunale, almeno uno sconto del 50% sulla tariffa”. Anche Massimo Bartaloni, referente Apit Pontedera e titolare della palestra InFit Pontedera, è furibondo di fronte alla cartella Tari: “Dover pagare 1.200 euro di tassa sui rifiuti per l’anno 2021 quando i primi sei mesi sono stato completamente chiuso è un’ingiustizia – spiega Bartaloni -. Hanno il coraggio di chiedere soldi per un servizio di raccolta rifiuti di cui non ho potuto usufruire perché non abbiamo potuto riaprire la nostra palestra.”
“Ci chiedono di pagare la tassa sui rifiuti per tutti questi mesi che siamo stati chiusi, è inaccettabile! – dice Federica Barabotti, responsabile Apit Valdera -. Questa è un’altra dimostrazione che la politica è distaccata dalla realtà”. “Mi auguro che il Comune di Pontedera, nell’ambito delle misure già adottate per la ripartenza economica, – conclude Raffaele Saviano, segretario nazionale di Apit Italia – decida di prendere in considerazione anche il doveroso annullamento della tassa sui rifiuti per le attività rimaste chiuse”.