Il direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di San Miniato, don Armando Zappolini, spiega il progetto finanziato dalla CEI per accogliere donne e bambini migranti nel comune di Terricciola.
Don Zappolini ci racconta questo progetto per l’ex scuola materna adesso centro di accoglienza?
“È un progetto che avevamo iniziato come Caritas già da due anni per accogliere donne e bambini in difficoltà. Purtroppo, a causa di problemi burocratici, non si trovavano agibilità e abbiamo dovuto sospendere per mesi l’intervento. Poi, per fortuna, ce l’abbiamo fatta a risolvere e la Caritas ha dato in gestione alla cooperativa Il Cammino questa struttura, accogliendo così l’appello del vescovo (Giovanni Paccosi, vescovo di San Miniato n.d.r.) per aumentare le disponibilità di accoglienza. In diocesi fanno accoglienza le coop, Pietra d’angolo e Cammino e il Movimento Shalom. Le due cooperative sono collegate alla Caritas per l’accogienza di donne con bambini, fasce più deboli e fragili nel sistema delle migrazioni e a livello sociale nostro, questo ci rende contenti. Penso che già dai prossimi giorni arriveranno le prime persone, in questo modo ricreeremo anche la storia di questo asilo, che io ricordo con particolare affetto avendolo frequentato da studente e seminarista e dove ho preso i miei voti di diacono. Far sì che questa struttura accolga nuovamente i bambini, ancorché con le mamme, mi rende molto felice.”
Come sarà strutturato il centro di accoglienza?
“Il progetto prevede che uno dei saloni al piano terra sia usato dalla cooperativa come luogo di socializzazione, avviamento alla conoscenza del lavoro e corsi di lingua italiana e un altro con i bagni sarà messo a disposizione della parrocchia in modo che si utilizzi come sala parrocchiale. È poi bello pensare che proprio la parrocchia sia un luogo che aiuta il territorio ad accogliere queste persone e farle sentire un po’ più a casa, anche se sono dovute scappare dalla casa dove abitavano.”
“Lo considero un obiettivo raggiunto per un progetto in cui credevano, tra l’altro il progetto dell’abitare è prioritario per Caritas: da un anno circa abbiamo iniziato a mettere in rete un paio di case che possono servire per accogliere presone con problemi sociali dei territori.”
Quanti migranti può accogliere la struttura di Selvatelle?
“La struttura può accogliere dalle otto alle dodici persone, ci sono disponibilità di spazi per quel numero: cucine, camere, letti, un montacarichi per disabili. Una bella risposta.”
Per queste persone occorre una certa sussistenza, chi si adopererà in questa direzione?
“La cooperativa In Cammino unisce questo servizio agli altri che ha sul territorio circa l’accoglienza ai migranti, in accordo con la prefettura e la ASL, facendo quindi parte del sistema dei centri di accoglienza straordinari con la finalità specifica di sole donne con bambini. Questo per noi è fondamentale, il progetto riguarda solo queste categorie e così deve rimanere, in accordo anche con il vescovo che si è detto molto contento e ben disposto a mettere questa struttura a disposizione del territorio.”
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