PISA. Saranno sei le grandi fotografie che verranno trasformate in manifesti, formato 6×3 metri, raffiguranti alcuni tra i più drammatici momenti del lockdown e dell’emergenza Coronavirus e poi affisse sui muri della città di Pisa.
Dalle strutture complesse di terapia intensiva, alla fatica dei volontari della Croce Rossa fino all’immagine di medici e infermieri nella corsia dell’ospedale o alla sanificazione di piazza dei Miracoli, che ha fatto il giro del mondo.
L’iniziativa viene dal Comune che ha sposato il progetto di fotogiornalismo del collettivo Lumem ed i manifesti saranno affissi dal 16 al 31 luglio in diverse zone della città.
“Quando sono stato contattato da questi giovani artisti – spiega l’assessore alla cultura, Pierpaolo Magnani – mi è piaciuta subito la loro idea. Nei luoghi dove solitamente sono posizionati i cartelloni pubblicitari, ci saranno quindi queste foto iconiche su quello che abbiamo vissuto durante l’emergenza Covid-19. Fotografie dal contenuto artistico molto alto che ci invitano ancora a fare attenzione e a non abbassare la guardia perché il pericolo può essere ancora dietro l’angolo. Ringrazio il collettivo Lumen e la Sepi che ha consentito di effettuare questa operazione a titolo completamente gratuito. Un progetto che nasce in una situazione particolare e che mi piacerebbe diventasse un appuntamento fisso per la città”.
Il progetto di fotogiornalismo e informazione visiva dell’associazione Lumen, in collaborazione con il Comune di Pisa, ha coinvolto professionisti come il fotoreporter di guerra Gabriele Micalizzi; la fotografa di Getty Images Laura Lezza; il fotografo infermiere Paolo Miranda; il fotografo dell’agenzia Contrasto Francesco Cocco; Enrico Mattia Del Punta e Francesca Pettinato, ognuno dei quali ha realizzato un illustrazione.
«Lumen – ha spiegato Enrico Mattia Del Punta – è un collettivo composto da sei persone, tutte di Pisa. La nostra filosofia è intendere lo strumento fotografico come un ‘lume’ per mostrare, illuminare, portare a conoscenza anche di chi in genere non legge i giornali, le storie del nostro tempo. Consideriamo la fotografia e il fotogiornalismo un mezzo comunicativo intramontabile e necessario: questa crisi socio-sanitaria ci ha mostrato quanto questo sia vero».