Nuovo Daspo di 5 anni per un ultras lucchese dopo gli scontri in A12 del 23 febbraio. Salgono a 33 i Daspo emessi dalla Questura di Lucca nel 2025.

Prosegue l’attività investigativa della Digos della Questura di Lucca sugli scontri tra tifosi avvenuti lo scorso 23 febbraio sull’Autostrada A12, nell’area di servizio “Versilia Est” a Pietrasanta, durante la trasferta in Liguria delle tifoserie di Lucchese e Perugia.
A seguito delle indagini, la Divisione Polizia Anticrimine ha disposto un nuovo Daspo della durata di cinque anni, con obbligo di firma in Questura in occasione di ogni partita della Lucchese (due volte tra primo e secondo tempo se la squadra gioca in casa, una volta in caso di trasferta). L’obbligo è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Lucca per l’intera durata del provvedimento.
Il Daspo colpisce un 49enne noto ultras della Lucchese, coindagato per rissa e danneggiamento aggravati, oltre che per il porto di oggetti atti ad offendere. Secondo le risultanze investigative, le due tifoserie si sarebbero date appuntamento in autostrada per “regolare i conti” lontano dagli stadi, presidiati dalle forze dell’ordine. Gli scontri avevano spinto il Ministro dell’Interno a vietare per quattro mesi le trasferte a entrambe le tifoserie.
Con questo provvedimento, il totale dei Daspo emessi dal Questore di Lucca, Maurizio Giobbi, dopo gli incidenti di febbraio sale a 20 (12 perugini e 8 lucchesi), per complessivi 81 anni di inibizione. Sei di questi includono l’obbligo di firma in Questura in concomitanza con le partite.
Nel 2025 la Questura ha inoltre adottato altri tre Daspo nei confronti di tifosi lucchesi che, lo scorso gennaio, avevano aggredito o minacciato un giocatore della Lucchese dopo il deludente pareggio con la Spal, oltre a dieci Daspo cosiddetti “fuori contesto”. Il totale dei provvedimenti per l’anno in corso arriva così a 33.
Dalla Questura sottolineano che, per i ricorsi presentati finora (al Prefetto o al TAR), tutti i tentativi di sospensione o annullamento dei provvedimenti sono stati respinti, a conferma – spiegano – del “rigoroso e accurato lavoro” svolto in materia di misure di prevenzione. Fonte: questure.poliziadistato.it
