CAPANNOLI. Si alzano i toni tra le forze politiche a Capannoli dove di recente si sono verificati atteggiamenti di inciviltà
Il primo atto si è registrato a Villa Baciocchi nella serata che precedeva l’inaugurazione dei campi solari (leggi articolo). Il secondo atto deprecabile è la foto scattata al fontanello dell’acqua buona (leggi articolo), dove un ragazzo si sta rinfrescando i piedi appoggiando i piedi nell’area riservata al riempimento delle bottiglie. L’ultimo atto in ordine cronologico sono le scritte e segni vergati sui cartelli stradali, alberi, sedute in legno tavoli e marciapiedi al Parco Arcobaleno (leggi articolo).
A questo riguardo FDI partito all’opposizione nel consiglio comunale di Capannoli lanciano una petizione popolare mal digerita dalla prima cittadina, a questo riguardo in un twitter scrive: “Spacciare una raccolta firme su un tema serio come quello del #rispetto dei #benipubblici e della #sicurezzaurbana per reclutare nuovi aderenti a Fratelli d’Italia.
Questa è gente che vorrebbe governare il nostro paese. Sono disgustata
#sietevergognosi #occhioachifirma #farepoliticaèunacosaseria”
“Capannoli: la dittatura continua” – ribatte di tutta risposta Fratelli D’Italia ed a firma di Mattia Cei, Matteo Arcenni e Matteo Bagnoli, riportano in un documento stampa: “Gravissime e assolutamente antidemocratiche le parole della Sindaca Arianna Cecchini che sul suo profilo Facebook, riferendosi alla petizione per fermare il degrado al Parco Arcobaleno, scrive testuali parole: “occhio a chi firma”.
“Una vera e propria minaccia nei confronti di tutti i cittadini – si riporta nel documento – che dovrebbero essere liberi di firmare una petizione proposta da loro stessi! E se noi siamo stati costretti ad essere promotori di questa raccolta firme è proprio perché la Sindaca Cecchini non è stata in grado di gestire la situazione del Parco Arcobaleno come si deve”.
“Degrado e gesti vandalici sono purtroppo all’ordine del giorno nel Comune di Capannoli. Il fatto che la sindaca non permetta ai cittadini di esprimere il dissenso nei confronti del suo modo di amministrare, la dice lunga – conclude il documento – su quanto la sinistra sia avvezza all’utilizzo di metodi di repressione degni dei peggiori regimi dittatoriali”.