A Pisa salgono a sette le scuole occupate dagli studenti per solidarietà al popolo palestinese. Anche alcuni docenti esprimono sostegno.

Continua l’ondata di occupazioni nelle scuole pisane. Dopo le sei avvenute nella notte tra domenica e lunedì, anche l’istituto tecnico Pacinotti è stato occupato nella nottata di lunedì, portando a sette il numero complessivo degli istituti cittadini sotto controllo degli studenti.

Le lezioni sono state sospese in tutti i complessi coinvolti – Galilei, Dini, Buonarroti, Carducci, Fascetti, Russoli e Pacinotti – dove i collettivi studenteschi hanno organizzato assemblee, dibattiti e momenti di confronto sul conflitto in Medio Oriente.
In una nota diffusa dagli studenti, si legge che l’iniziativa mira a «esprimere solidarietà al popolo palestinese e, al tempo stesso, manifestare dissenso verso la posizione del governo italiano sulla guerra in corso.»
Dopo la presa di posizione dei docenti del Buonarroti, anche alcuni insegnanti del liceo artistico Russoli hanno espresso solidarietà alla protesta studentesca, pubblicando un messaggio di sostegno sul sito della scuola.
Nel testo si legge: «Noi sottoscritti, docenti del Liceo Russoli, manifestiamo il nostro sostegno agli studenti e alle studentesse che oggi hanno occupato l’istituto e ai principi sostanziali di questa presa di posizione. Pur riconoscendo che l’occupazione è un atto radicale, riteniamo che non siano affatto estemporanee le ragioni che hanno spinto a compiere questo atto.»
Nel paragrafo successivo i docenti aggiungono: «Essere nel mondo significa anche per noi, come scritto nel comunicato dei collettivi pisani, guardarlo coi propri occhi. Quello che come docenti, educatori, cittadini abbiamo appunto sotto gli occhi è la totale sottovalutazione da parte delle istituzioni politiche nazionali e internazionali di una crisi che fin dalle sue origini è umanitaria e politica al tempo stesso.»
La nota si conclude con un riferimento diretto alla situazione: «I numeri del massacro sono impressionanti e riconducono alla tragedia di un genocidio che non può lasciare nessuno indifferente. Vogliamo, inoltre, ribadire che le azioni messe in atto contro i volontari della Global Sumud Flotilla implicano la violazione del diritto internazionale, ribadito nel nostro Paese fin dai principi fondamentali della Costituzione.»