Da dove può ripartire il campionato di Serie A del Pisa al termine delle due settimane di sosta per gli impegni delle nazionali.

La pausa per le nazionali arriva nel momento giusto per un Pisa che deve rimettere in ordine le idee dopo un avvio complicato in Serie A, ma non così drammatico come pare. Sei giornate, due punti, un calendario che sembrava costruito apposta per testare la tenuta di una neopromossa: Atalanta, Roma, Napoli, Fiorentina e Bologna nelle prime sei partite non sono un dettaglio. Il dato grezzo parla di classifica corta e di risultati deludenti, ma le prestazioni, almeno in parte, raccontano altro.
Il 4-0 di Bologna ha lasciato segni evidenti, soprattutto sul piano mentale. È stata la peggior partita della gestione Gilardino, non tanto per il punteggio stesso quanto per la sensazione di fragilità che la squadra ha trasmesso. Fino a quel momento il Pisa aveva retto l’urto, mostrando una certa identità contro avversari di rango superiore. A Napoli, per vari tratti, la squadra aveva tenuto bene il campo. Anche contro la Fiorentina poi, nel derby, c’erano tutti i presupposti per portare a casa i tre punti.
La caduta del Dall’Ara ha fatto suonare un campanello d’allarme (leggi qui), ma non può cancellare i piccoli passi in avanti delle settimane precedenti. Gilardino dovrà usare la sosta per ricompattare lo spogliatoio, recuperare lucidità e restituire convinzione a un gruppo che non può permettersi di farsi risucchiare dal pessimismo. L’obiettivo resta chiaro: la salvezza, quale deve essere costruita attraverso le dirette rivali e non nelle sfide proibitive contro le grandi.
La partita contro il Verona, alla ripresa, sarà il primo vero crocevia del campionato. Una sfida che vale molto più dei tre punti, perché può segnare il passaggio da una fase di sopravvivenza a una di costruzione. La Serie A del Pisa inizia davvero ora. Il margine per risalire c’è, ma serve compattezza dentro e fuori dal campo. I tifosi non devono abbandonare la squadra: il percorso sarà lungo, e solo la continuità potrà trasformare la fatica iniziale in un nuovo punto di partenza.
Adesso non serve cercare colpevoli né alimentare tensioni. È il momento di guardare avanti con lucidità e di mettere da parte accuse e malumori. Le responsabilità, in una situazione del genere, sono sempre condivise, ma concentrarsi sul passato non porta alcun vantaggio. La priorità deve restare una sola: il Pisa.
Serve compattezza, dentro e fuori dal campo. Criticare è facile, soprattutto quando i risultati non arrivano. Ma è nei momenti difficili che si misura la maturità di un ambiente di categoria. La squadra ha bisogno di sentire la fiducia della propria gente, perché la spinta del pubblico può davvero fare la differenza.
A cura di Matteo Casini