“Il sindaco Conti ci ascolti e rettifichi l’ordinanza che vieta la somministrazione di alcolici anche nelle aree di pertinenza dei pubblici esercizi dopo la mezzanotte. L’appello è di Confcommercio che chiede la cancellazione dell’articolo 4 dell’ordinanza.
E’ il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli a rivolgersi direttamente al primo cittadino: “Contrastare i fenomeni deteriori della peggiore movida è interesse di tutti, per primi proprio gli imprenditori seri ed in regola. Per questo troviamo paradossale l’adozione di un provvedimento che di fatto, togliendo la possibilità di somministrare ordinatamente alcolici presso tavolini e dehors esterni in tutto il centro storico, non finisce altro che incentivare quei fenomeni di cattiva movida che si vorrebbero contrastare”.
“Siamo in presenza di un errore fin troppo evidente, la sicurezza si fa con le imprese e con i pubblici esercizi e non contro di loro” – argomenta il direttore di Confcommercio: “Per questo abbiamo chiesto che l’articolo 4 dell’ordinanza numero 1 del 4 gennaio 022, che estende ai pubblici esercizi questo divieto, sia cancellato. Primo, perché lungi dal migliorare la sicurezza pubblica rischia perfino di peggiorarla; secondo, perché senza ottenere alcun beneficio alla città, penalizza ulteriormente i locali e le attività di tutto il centro storico, decretandone un blocco effettivo. Da 24 mesi a questa parte, tutte le azioni intraprese per contrastare la pandemia sono state fatte contro le imprese, che continuano a pagare il 70% di tasse, che includono anche la sicurezza. Se le istituzioni non sono in grado di gestire questi fenomeni, non possono essere i pubblici esercizi a pagarne il prezzo!”.
“Non si possono più penalizzare le tante attività dislocate in tutto il centro storico, che non conoscono malamovida, assembramenti, abusivismo, con la scusa di episodi e situazioni deprecabili che avvengono però sempre negli stessi luoghi ristretti e circoscritti” – aggiunge il presidente del centro storico di Confcommercio Massimo Rutinelli: “Stiamo parlando di attività con regolare licenza di somministrazione, di imprenditori che hanno investito soldi, che da due anni a questa parte hanno subito restrizioni durissime, e che nonostante tutto continuano a svolgere il loro fondamentale servizio a vantaggio di tutti”.
“Il sindaco ci ripensi e ci consenta di svolgere al meglio il nostro lavoro, a beneficio di tutti” – conclude Rutinelli – “Alla soffocante e cervellotica burocrazia sanitaria dalla quale siamo ormai assediati, che mette in crisi la socialità come la conosciamo, non aggiungiamo il carico di ulteriori e devastanti restrizioni locali che relegano le imprese del commercio al ruolo inaccettabile di Cenerontola della città”.
Fonte. Confcommercio