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Peste Suina: aumentano i comuni toscani in restrizione, quali 

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Aumentato dalla Commissione Europea il numero dei comuni toscani che si trovano in zone di restrizione I e II per la Peste Suina Africana (PSA).

Si riporta integralmente la nota stampa di Coldiretti ToscanaLa peste suina rischia di ‘sfondare’ rapidamente le barriere messe in campo fino ad oggi nonostante una specifica ordinanza messa in campo dal Commissario Straordinario, aprendo un’autostrada al contagio anche al resto della Toscana.

Per la prima volta anche un comune della provincia di Pistoia, Abetone Cutigliano, entra nella zona 1 di restrizione portando a ben 43 il numero complessivo dei comuni che si trovano in zone gravate dalle misure di restrizione previste dal piano di emergenza nazionale per la peste suina: 13 si trovano in zona 1 considerata a rischio, 30 quelli finiti nella zona 2 di restrizione più elevata, ossia in zone dove sono stati riscontrati casi di peste suina nei cinghiali selvatici.

In serio pericolo c’è un settore in Toscana con quasi 4 mila allevamenti e 130 mila suini per un valore alla produzione di circa 100 milioni di euro a cui va sommato a tutto l’indotto legato al turismo escursionistico.

E’ amara la valutazione degli agricoltori, riuniti da Coldiretti, della Lunigiana e della Garfagnana, con delegazioni di Pistoia e Pisa, che puntano il dito sull’applicazione dei piani preventivi e sugli scarsi risultati raggiunti per l’eradicamento dei cinghiali nonostante specifiche ordinanze Commissariali.

L’applicazione di quanto previsto avrebbe dovuto ridurre rapidamente il numero dei cinghiali per fermare la corsa della pandemia suina nella Lunigiana, dove era stata rilevata più di un anno fa verso il resto della Toscana. Ma così non è stato.

Il ritrovamento di un cinghiale infetto nel comune di Piazza al Serchio ha aumentato il livello di allerta per il contagio da Peste Suina Africana, portando all’emissione di un’ordinanza commissariale specifica per la Regione Toscana.

Eppure i ripetuti segnali e le denunce e preoccupazioni esternate dagli agricoltori non sono mancati in questi mesi e nelle ultime settimane, tramite diversi incontri organizzati sul territorio con proposte e richieste di interventi tempestivi di contenimento dei cinghiali che in branchi circolano nei campi degli agricoltori e vicino ai centri abitati.

Nessuna delle misure richieste dagli agricoltori, come le gabbie per le catture, hanno trovato finora riscontro. Nel frattempo l’epidemia avanza nella Regione, come dimostra l’ultimo aggiornamento dell’UE e continuano le devastazioni degli ungulati alle produzioni agricole delle aziende del territorio.

Gli agricoltori lucchesi, insieme ai colleghi delle altre province della Toscana sono pronti a farsi portavoce di tutto il mondo agricolo, suinicolo e non solo. Nel caso di focolai negli allevamenti infatti si verifica la richiesta di abbattimento preventivo anche di suini domestici sani con danni economici enormi per le aziende ed il settore.

«La pandemia va contenuta ora che è ancora limitata ad un territorio ampio ma ristretto, evitando che il cluster progredisca ancora verso sud coinvolgendo altre aree di allevamento del territorio toscano. – spiega ancora il presidente di Coldiretti Lucca, Andrea Elmi – In Garfagnana la presenza fuori controllo degli ungulati che creano danni alle coltivazioni agricole non è più tollerabile e rappresenta senza dubbio una delle concause dell’abbandono negli ultimi quindici anni di circa 4 mila ettari di terreni coltivati; sono dati poi che hanno una ricaduta immediata anche sul turismo della zona e che contribuiscono allo spopolamento delle aree interne».

Da qui la decisione di Coldiretti Toscana, maturata e condivisa ieri nel corso di una riunione con i soci molto partecipata tenutasi ieri a Castelnuovo Garfagnana, di alzare il livello della protesta passando dagli incontri allo stato di mobilitazione:  “Ci sarà tempo per attribuire le responsabilità: questo è il momento di risolvere con decisione questa emergenza. – ha annunciato la presidente Cesani annunciando l’azione di protesta – Tutti ci mettano la faccia per attivarsi sul contenimento senza se e senza ma: per questo la prossima settimana saremo in mobilitazione per chiedere a tutte le istituzioni di non girarsi dall’altra parte e di non voltare le spalle alla Toscana”. Tempi e modalità saranno comunicati nelle prossime ore.

I comuni in zona di restrizione:

In restrizione I (area a rischio) si trovano nella provincia di Lucca, i comuni: Forte dei Marmi, Borgo a Mozzano, Camaiore, Barga, Coreglia Antelminelli, Gallicano, Pietrasanta, Seravezza, Bagni di Lucca, Pescaglia, Stazzema, Fabbriche di Vergemoli; nella provincia di Pistoia, i comuni seguenti: Abetone Cutigliano.

In restrizione II (aree in cui sono stati riscontrati casi di peste suina africana nei cinghiali selvatici) tutti i comuni della provincia di Massa Carrara, ossia: Zeri, Pontremoli, Mulazzo, Filattiera, Tresana, Bagnone, Villafranca in Lunigiana, Licciana Nardi, Aulla, Podenzana, Fosdinovo, Fivizzano, Comano, Carrara, Casola in Lunigiana, Montignoso, Massa; nella provincia di Lucca, i comuni seguenti: Molazzana, Castelnuovo di Garfagnana, Pieve Fosciana, Minucciano, Careggine, San Romano in Garfagnana, Vagli Sotto, Castiglione di Garfagnana, Camporgiano, Fosciandora, Piazza al Serchio, Villa Collemandina, Sillano Giuncugnano.

Inseriti oggi nelle zone di restrizione: 25 comuni in provincia di Lucca, tutti e 17 i comuni della provincia di Massa Carrara ed 1 comune in provincia di Pistoia.

Sono 43 i comuni inseriti oggi nelle zone di restrizione: 25 comuni in provincia di Lucca, tutti e 17 i comuni della provincia di Massa Carrara ed 1 comune in provincia di Pistoia. 

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