Il progetto “Rampa di Lancio”, curato da Sergio Risaliti, vede coinvolti dieci artisti di generazioni diverse per interventi nel capoluogo e a Legoli
PECCIOLI. C’è il flipper in un bar che, durante il gioco, manda degli impulsi elettrici a un’installazione luminosa che cambia colore lungo viale Mazzini a Peccioli. È il ritmo della pallina e del gioco a decidere quali luci vedranno le persone che guarderanno l’orizzonte. C’è, poi, il campanile della chiesa dei santi Giusto e Bartolomeo che non si limita più al classico rintoccare delle campane. Ma, grazie a un’installazione sonora, la voce dei bambini, in una delle frazioni con la media d’età più alta del Comune, canterà l’orario, darà il buongiorno e scandirà il passare del tempo. E a proposito di tempo, sulla terrazza sospesa del Palazzo Senza Tempo di via Carraia, ecco quattro sculture in bronzo di Mimmo Palladino. Hanno lo sguardo rivolto verso il paese ma, come guardiani silenziosi, sono proiettati sul paesaggio. Queste sono solo alcune delle dieci nuove opere di arte contemporanea del progetto “Rampa di Lancio”, inaugurato il 19 dicembre e che in questi giorni di festività natalizie sta già attirando l’attenzione di molti amanti di arte ma anche semplici turisti.
Un’iniziativa voluta fortemente da Comune di Peccioli, Belvedere spa e Fondazione Peccioliper con uno scopo specifico: trasformare ancora di più il borgo, e le sue frazioni, in un paese museo. Mettendo letteralmente l’arte in piazze, strade, palazzi e chiese. E per farlo ha deciso di affidarsi a dieci artisti di generazioni diverse, dando le chiavi del coordinamento a Sergio Risaliti, direttore del museo Novecento di Firenze. Risaliti ha lavorato per creare, anzi rinforzare, il concetto di Peccioli come museo diffuso. Non mostre evento, ma opere che restino permanenti e possano integrarsi con ciò che, dal passato, Peccioli e la Valdera possano offrire ai visitatori. Un bel segnale che guarda, insieme ai territori vicini, alla candidatura per Valdera capitale italiana della cultura 2025.
Di Mimmo Palladino e Domenico Bianchi sono state scelte le sculture in bronzo “I testimoni” e tre “Panchine” in marmo intarsiate collocate sulla terrazza del Palazzo Senza Tempo. Le altre opere di “Rampa di Lancio” sono sparse tra Peccioli e il borgo di Legoli, in un dialogo con gli spazi architettonici e quelli pubblici che l’amministrazione ha da tempo portato nel suo territorio come nei casi di David Tremlett e Alicja Kwade. Tra quelle permanenti, e tra i più commentati in questi giorni anche dagli stessi pecciolesi, c’è “Il respiro delle piante che produce cielo” di Paolo Parisi nella piazza del Popolo, di fianco al Municipio. Un intervento di colore direttamente sulla facciata del palazzo loggiato, che trae ispirazioni dagli affreschi quattrocenteschi di Bernozzo Gozzoli.
Alcune opere, poi, prevedono l’interazione con il pubblico, il suo intervento in prima persona. Quella di Pantani-Surace, infatti, nel bar “C’era una volta” su viale Mazzini, prevede un flipper collegato a delle linee luminose che si accendono e spengono con l’evolversi del gioco.
Interessante, sempre legata al concetto di interazione e tempo, a Legoli quella di Francesca Banchelli, direttamente su una facciata esterna con una meridiana che fa riflettere proprio sul concetto di scorrere del tempo. Interventi pensati per restare, per essere permanenti. E che saranno visitabili, in gran parte in sicurezza nonostante il periodo di incertezza legato alla pandemia, anche durante le festività natalizie. E si sposano con un appuntamento importante, quello del 26 dicembre, la prima delle due giornate di 11Lune d’Inverno (la seconda il 6 gennaio) con un calendario ricco di eventi. Sempre al Palazzo Senza Tempo, poi, aperta la mostra dedicata a Dante con un’esposizione di opere fatte con materiali di recupero in collaborazione con il Gruppo Hera.