Era il 2004 e Peccioli si trasformava per la prima volta nel paese delle fiabe con Fiabesque, quando il mostro pandemia non esisteva ancora. L’ultima data nel gennaio 2013 ma oggi, con il dilagare dei contagi e l’annullamento delle 11Lune d’Inverno, è concesso rivivere il ricordo di allora.
PECCIOLI. “C’era una volta, in un paese lontano lontano”…è così che cominciano tutte le storie, ma il paese protagonista di questo racconto è in realtà molto vicino, tra le campagne della nostra Valdera: era l’inverno del 2004 quando Peccioli si trasformava per la prima volta nel villaggio delle fiabe.
Luci e colori proiettati sugli edifici e sull’alto Campanile di Pellicce facevano da sfondo all’evento di Fiabesque: artisti e giocolieri affollavano le strade coinvolgendo il pubblico negli spettacoli e nei siparietti, poi stand di cibo, workshop teatrali, laboratori di disegno e fumettisti di fama internazionale trasformavano l’arte in una vera e propria magia.
Tutto il paese fu coinvolto nella festa: oltre agli artisti di strada anche i negozi locali, alcuni artigiani, la Filarmonica di Peccioli e la Corale Valdera accolsero i visitatori che arrivavano anche da molto lontano.
Tutti i negozi vennero contrassegnati con un’insegna di legno artigianale rappresentante le merci che in quelli erano vendute: guanti e pantaloni per i negozi di abbigliamento, pane, formaggi, frutta per i negozi alimentari.
A manifestare pubblicamente il suo apprezzamento all’evento già in occasione della prima edizione, anche il maestro degli effetti speciali e premio Oscar, Carlo Rambaldi, altrimenti noto come il “padre” di E.T., King Kong ed Alien che si disse subito innamorato del piccolo borgo incantato.
Cinque erano le date tra dicembre e gennaio per festeggiare il Natale e salutare l’anno vecchio accogliendo il nuovo con un’allegria e una spensieratezza che oggi, con il dilagare dei contagi, sembrano davvero la scenografia di un universo fiabesco e parallelo:
il profumo di bomboloni inebriava grandi e bambini – oggi ormai adulti – , gli ultimi regali di Natale si incartavano nei sacchetti , con gli auguri di buone feste, di buona fine e di buon principio che arrivavano limpidi e chiari alle orecchie, senza l’ostacolo della mascherina.
Oggi la mostruosità distopica della pandemia ha infatti spazzato via l’utopia di quel magico passato, come nelle fiabe l’idillio iniziale quasi sempre turbato dalla strega o dall’orco cattivo, mentre a Peccioli si annullano gli eventi delle 11Lune d’Inverno con un format che si riproponeva molto simile a quello di allora.
I nostalgici conserveranno ancora nelle loro case, oltre che nella loro memoria, anche le cartoline di una Peccioli inedita e fantastica in mezzo al deserto, con barche a vela sotto al campanile o tetti rotondi come quelli dei palazzi orientali che forse, profeticamente, volevano già darci un messaggio importante:
è reale tutto ciò che può essere immaginato, e forse lo sarà presto anche quella normalità che attendiamo con ansia e che può esistere, al momento, soltanto nella nostra fantasia.
Le fiabe, d’altronde, ce lo hanno insegnato fin da bambini: dopo ostacoli e peripezie all’apparenza insormontabili, si trova sempre il lieto fine.
Martina Crecchi