Attimi di grande tensione martedì 15 luglio nella piscina di Peccioli, dove un uomo di 67 anni ha accusato un malore improvviso durante una sessione di nuoto libero.
L’uomo è andato in arresto cardiaco. Decisivo l’intervento tempestivo del personale dell’impianto, che è riuscito a praticare le manovre di rianimazione e a stabilizzarlo in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Il ricordo è andato subito a un drammatico episodio avvenuto a dicembre scorso, quando il 51enne Matteo Morelli perse la vita nella stessa piscina nonostante i tentativi di rianimarlo sul posto. CLICCA QUI
Trasportato d’urgenza all’ospedale di Cisanello a Pisa, l’uomo è attualmente ricoverato in buone condizioni e dovrà essere sottoposto a ulteriori accertamenti.
«Intorno alle 8:15, poco dopo l’apertura della piscina coperta di Peccioli, un signore di 67 anni, nostro cliente abituale che viene spesso per il nuoto libero, è arrivato in impianto ed ha iniziato a nuotare. Dopo poco tempo in acqua ha cominciato a sentirsi male e si è diretto verso il piano vasca, dove si è seduto. Appena si è seduto, è crollato a terra a causa di un arresto cardiaco» dichiara Domiziano Lenzi, Presidente di UISP Valdera e gestore degli impianti sportivi di Peccioli, a VTrend.it.
«La bagnina e il personale della reception sono intervenuti subito: la bagnina ha iniziato le manovre di primo soccorso e si è accorta immediatamente che si trattava di un arresto cardiaco. Gli ha applicato il defibrillatore, che ha erogato una scarica; fortunatamente, il cuore ha ripreso a battere» continua Lenzi.
«Il massaggio cardiaco è continuato fino all’arrivo dei soccorsi, che sono giunti dopo circa dieci minuti. I soccorsi, chiamati prontamente dal nostro personale, hanno poi deciso di trasportare il signore direttamente a Cisanello con l’elisoccorso Pegaso. Il Pegaso è arrivato, lo ha prelevato e lo ha portato a Cisanello per tutti gli accertamenti e le cure necessarie» racconta Lenzi.
«Abbiamo sentito i familiari, sia la figlia sia la moglie, che ci hanno ringraziato e confermato che attualmente la persona è fuori pericolo. Possiamo dire, fortunatamente, che questa storia si è conclusa bene» spiega Lenzi.
«Una considerazione personale che tengo a fare è che noi, come Uisp, in tutti gli impianti che gestiamo, formiamo ogni anno tutti gli istruttori — indipendentemente dal ruolo: bagnini, addetti alla reception, personale di sala, educatori nei centri estivi e così via — con il corso BLS per l’uso del defibrillatore» sottolinea Lenzi.
«Anche se non sarebbe obbligatorio svolgerlo ogni anno, noi scegliamo di farlo, proprio perché le nostre strutture sono molto frequentate e, purtroppo, situazioni come queste possono capitare. Abbiamo svolto il corso di aggiornamento BLSD anche la settimana scorsa» continua Lenzi.
«Investire nella formazione del personale è fondamentale, perché può davvero fare la differenza e, come in questo caso, salvare una vita. Ovviamente, non è una garanzia che ogni volta vada tutto bene — vale lo stesso per la sicurezza, per l’antincendio e per qualsiasi altro tipo di formazione — ma per noi è una priorità assoluta» prosegue Lenzi.
«Credo che ci debba essere una maggiore sensibilità non solo da parte delle associazioni sportive come la nostra, ma anche da parte di tutta la cittadinanza, soprattutto nei luoghi pubblici, culturali o ludici, dove transitano molte persone. Sapere che c’è qualcuno preparato e in grado di intervenire può fare la differenza tra la vita e la morte. Questo è il messaggio che voglio trasmettere» spiega Lenzi.
«Abbiamo tenuto l’impianto chiuso tutta la mattina, o meglio fino alle ore 15.
Questo per due motivi. Il primo motivo era che, dopo un evento di questo tipo, anche il personale aveva la necessità di riprendersi mentalmente. Il secondo motivo era legato alla sicurezza: una volta utilizzato, il defibrillatore deve essere mandato in manutenzione.
Quindi, il defibrillatore che avevamo è stato inviato subito in manutenzione e abbiamo richiesto immediatamente un altro defibrillatore pronto all’uso, in modo da averne uno disponibile nella struttura della piscina coperta» racconta Lenzi.
«Una volta arrivato il nuovo defibrillatore in mattinata, abbiamo deciso di riaprire l’impianto nel pomeriggio, sempre in condizioni di sicurezza. Si sperava ovviamente che non fosse necessario utilizzarlo di nuovo, ma volevamo comunque essere pronti a ogni evenienza nel momento in cui saremmo tornati operativi» conclude Lenzi.
Un lieto fine che conferma l’importanza della formazione e della prontezza degli operatori, fondamentali per affrontare situazioni di emergenza e salvare vite.
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