Analisi “post-elettorale” a Pontedera: il segretario Pd Francesco Papiani commenta risultati e affluenza parlando di consenso e partecipazione.

Il segretario del Partito Democratico di Pontedera, Francesco Papiani, commenta il risultato delle urne e analizza l’andamento della coalizione a sostegno di Eugenio Giani. Pur registrando un calo dell’affluenza, Papiani sottolinea la tenuta complessiva del consenso e il rafforzamento della coalizione rispetto a cinque anni fa, evidenziando inoltre il ruolo della lista collegata al Presidente e le dinamiche interne al Pd in termini di preferenze. Ecco le sue dichiarazioni a VTrend.it.
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«Siamo contenti di aver portato avanti tutto questo. Sia in termini percentuali che assoluti, la coalizione che sostiene il Presidente è migliorata rispetto a cinque anni fa. Dispiace un leggero calo dell’affluenza, ma siamo su livelli molto alti di consenso. Ovviamente dispiace constatare che solo metà delle persone vada a votare, ma non lo considero un problema per la coalizione, quanto piuttosto un segnale generale sulla partecipazione democratica. Non interpreto questo dato come un giudizio negativo sul lavoro svolto.» dichiara Papiani.
«In termini di coalizione, il risultato è buono. La coalizione che sostiene Giani oggi è più forte rispetto al passato. Osservando i dati interni, noto che il Partito Democratico ha perso qualcosa, mentre la lista civica collegata a Giani ha raccolto molti consensi, con un numero significativo di voti che in passato sarebbero potuti andare al Partito Democratico. Questi voti civici rappresentano un consenso trasversale che si è consolidato grazie a quanto accaduto e al lavoro svolto.» continua Papiani.
«Anche sulle preferenze, il Partito Democratico mostra una dinamica diversa rispetto al passato: i principali candidati ora sono molto più vicini tra loro rispetto a prima, quando c’era un distacco molto più marcato. È rimasta una sola sezione da scrutinare, ma non credo cambierà molto in termini di preferenze: il segnale è chiaro. Prima c’era un distacco di 700, ora di 30 (facendo riferimento a Nardini e Mazzeo, ndr). In città c’è un movimento, una percezione diversa, forse una maggiore identificazione con il progetto locale.» conclude Papiani.
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