PECCIOLI. Una sala piena, con più di 100 cittadini pecciolesi presenti, per mostrare l’orgoglio di una piccola comunità che il prossimo 22 maggio esordirà, con il suo nome, il suo campanile, la sua storia, la sua discarica e la sua esperienza di comunità resiliente, alla Biennale di Architettura di Venezia.
Grande partecipazione e interesse, dunque, per l’assemblea con la quale, lunedì 3 maggio, l’amministrazione comunale ha iniziato a svelare il Padiglione Italia. Il cui cuore pulsante sarà proprio il “Laboratorio Peccioli”, progetto che si lega a un quadro più ampio nel quale il borgo pisano lancerà un vero e proprio brand turistico legato al “Sistema Peccioli”.
«Ci sono due notizie che vogliamo dare ai cittadini. Una è già nota ed è quella che Peccioli sarà alla Biennale di Venezia. La seconda, ancora più importante, è che non saremo ospiti ma parte centrale del progetto – ha detto il sindaco Renzo Macelloni -. Il Padiglione Italia è incentrato sulla resilienza e sull’economia circolare. Se siamo dentro è come un premio per tutto quello che la comunità ha fatto in questi anni. Un percorso lungo che fotografiamo in due momenti: il primo nel 1885, con la costruzione della torre campanaria del Bellincioni, uno dei simboli del nostro paese. E l’apertura e il successivo sviluppo della discarica di Legoli. Sono state due scommesse per la comunità ed entrambe, in epoche diverse, dopo un investimento iniziale hanno dato degli ottimi risultati. E proprio perché la comunità sarà il cuore del “Laboratorio Peccioli”, organizzeremo sicuramente, compatibilmente con le normative anti-Covid, delle visite dei nostri cittadini in quel di Venezia».
Ma come sarà il Laboratorio Peccioli e come si legherà al Padiglione Italia? «Ci saranno 14 diverse sezioni che tratteranno 14 temi diversi e tutti convergono verso il cuore centrale, che è il Laboratorio Peccioli – ha spiegato Alessandro Melis, curatore del padiglione -. Da Peccioli abbiamo imparato che il padiglione non è un semplice luogo, ma un insieme di esperienze. E per questo inizieremo a lavorare alla carta della resilienza, una sorta di prima costituzione delle comunità resilienti in Italia. Non solo, faremo un centro di ricerca sulle comunità resilienti. Avvalendosi di istituzioni internazionali, come il New York Institute of Technology. Con il coinvolgimento diretto della rettrice Maria Rita Perbellini, indicata tra le 5 donne più influenti negli Stati Uniti nel settore dell’educazione in architettura». Proprio Perbellini si è collegata da New York nel corso dell’assemblea. «Sarò affiancata da persone entusiaste ed esperte in questo percorso – ha spiegato la rettrice -. Faremo una serie di workshop aperte alle Università del mondo, ma anche ad architetti, al pubblico e ai cittadini interessati alle comunità resilienti. Ho nostalgia dell’Italia, sono da due anni “costretta” in America a causa del Covid. Ma spero di rientrare presto, magari partendo proprio da Peccioli».
Quello della Biennale di Venezia, però, non sarà un evento che durerà dal 22 maggio al 21
novembre 2021. L’obiettivo di Peccioli, grazie anche al sostegno di Belvedere Spa e Fondazione Peccioliper, è quello di andare oltre. Di creare un brand turistico in grado di affermarsi a livello nazionale e internazionale. E per riuscirci, parallelamente alla Biennale, saranno avviati progetti con il Touring Club Italiano, partner di vecchia data della comunità pecciolese. «Nel 2021 Peccioli festeggerà i 18 anni dall’ottenimento della Bandiera Arancione, una certificazione che ha standard molto stringenti e che solo il 9% dei Comuni richiedenti riesce a ottenere – ha spiegato Arianna Fabri, direttore marketing del Tci -. Volevamo dare un biglietto da visita turistico unico, riconoscibile in tutto il mondo. Da qui è iniziato il percorso verso la Biennale e quelli a esso collegati. Dalla Peccioli Academy, formazione rivolta agli operatori turistici, passando per la nuova segnaletica turistico ambientale e le nuove archigrafie fino al progetto del working village».