Si riporta integralmente il comunicato stampa di Raffaele Saviano, commerciante di Pontedera.
L’approvazione definitiva del nuovo centro commerciale al Chiesino ha acceso un dibattito tra amministrazione, cittadini e operatori commerciali locali. Tra i più critici c’è Raffaele Saviano, commerciante di lunga data in città, che in un comunicato stampa ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze sul tessuto commerciale cittadino.
«Non sono contrario allo sviluppo o alle nuove opportunità – scrive Saviano – ma il contesto economico, sociale e commerciale del 2025 è radicalmente diverso da quello del 2004, anno in cui il progetto è stato concepito».
Secondo il commerciante, i dati tecnici allegati agli atti comunali, elaborati da Simurg Ricerche e Tages, indicano che il nuovo polo commerciale potrebbe sottrarre quote di fatturato alle strutture esistenti, con il rischio concreto di chiusure tra gli esercizi più fragili.
«Non è un’opinione politica – sottolinea Saviano – ma una valutazione tecnica: chi è già in difficoltà verrà ulteriormente penalizzato».
Saviano evidenzia inoltre come la concorrenza dell’e-commerce, la pressione delle grandi catene e l’aumento delle spese fisse stiano rendendo sempre più fragile il commercio locale. «Le catene si sposteranno verso il nuovo polo, abbandonando il centro e indebolendo ancora di più il tessuto commerciale tradizionale. E senza negozi, un centro cittadino perde vita, sicurezza, socialità e identità».
Il commerciante invita l’amministrazione a riconsiderare la decisione, suggerendo alternative concrete per sostenere il commercio locale: rigenerazione delle aree centrali, riduzione degli oneri per le nuove attività, incentivi per mantenere i negozi esistenti e iniziative culturali e sociali capaci di attrarre cittadini e famiglie. «Pontedera non ha bisogno di un nuovo centro commerciale che sottrae valore, ma di un progetto di rilancio che rimetta al centro la vitalità dei quartieri e la qualità della vita dei cittadini».
«Ai cittadini rivolgo una domanda semplice: com’è la Pontedera che vorremmo tra dieci anni? Una città viva, piena di attività, servizi e luoghi di incontro? Oppure un territorio dove i centri commerciali assorbono tutto e il centro progressivamente si spegne? Come commerciante, le mie porte sono sempre aperte per confrontarmi con chiunque voglia veramente capire cosa significa oggi tenere su una saracinesca, pagare dipendenti, far fronte a spese che crescono e a un mercato che cambia. Non cerco polemiche: cerco visione» prosegue Saviano.
«Ecco perché, con senso di responsabilità, invito l’amministrazione a riflettere nuovamente su questa decisione. Perché non si tratta solo di commercio: si tratta del futuro della città, del lavoro, della sicurezza e della qualità della vita dei cittadini. Perché un centro che chiude non è solo un punto vendita che scompare: è un pezzo di Pontedera che se ne va»conclude Saviano.






