TERRICCIOLA. Ricorderete il blitz dei Carabinieri che, settimana scorsa, ha portato all’arresto di 23 persone e ad un sequestro di beni per circa 20 milioni di euro.
Gli arresti, di cui 3 nell’area toscana, si rifanno ad indagini condotte su inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale ed estorsione associata alla ‘Ndrangheta. Tutto ciò ha colpito anche un piccolo comune della Valdera, Terricciola, o meglio una sua piccola frazione, Selvatelle (come vi avevamo raccontato QUI). All’alba del 15 aprile scorso, Ros e Guardia di Finanza hanno infatti prelevato dalla sua abitazione Domenico Vitale, 51enne, residente da alcuni anni nel comune.
In merito a ciò, giunge la riflessione del sindaco di Terricciola, Mirko Bini, che interviene sulla questione. Attraverso un comunicato, inviato a VTrend, il primo cittadino sottolinea come la vicenda giudiziaria adesso farà il suo corso e le eventuali responsabilità verranno così acclarate. Per quanto riguarda invece la responsabilità politica, come si legge su Il Tirreno e lo stesso Bini da noi contattato conferma, quella resta del tutto aperta e fa male a chi crede in una società in cui l’interesse economico non possa sovrastare la salute e il bene comune. Bini sostiene che ciò che troviamo ci è stato lasciato da chi c’era prima di noi, ciò che abbiamo lo abbiamo in prestito dai nostri figli e nipoti, una politica deve saper dire Si e dire No, le porte vanno anche sapute chiudere quando il prezzo dell’accordo non vale il prezzo del futuro. Il sindaco inoltre si pone un curioso interrogativo: quale idea di sviluppo abbiamo? Uno sviluppo cannibale in cui si cerca la scorciatoia che garantisca profitto o uno sviluppo sostenibile in cui si fa lavoro e i costi ambientali si pagano smaltendo e investendo in tecnologia e non cercando di risparmiare magari “aggiustando“ il tiro delle leggi?! Bini afferma come su questa vicenda si scontra l’ambiguità della politica che fa scelte spesso di facciata e si genoflette alle richieste e alle necessità di chi può chiedere piuttosto che ascoltare il silenzio di chi non sa e può parlare. Bini dunque sottolinea come il disagio di questi giorni sta nel chiedersi se chi deve ascoltarci ci ascolta, se chi vive il partito come lui vede la stessa società, se questo partito oggi come ieri sa scegliere in modo autonomo o si piega ai colpi di vento. Un tema forte, a detta sua, che deve esser approfondito, perché solo la politica che sa dire di no può garantire il popolo.