Michael Landi, 39 anni. L’ultimo saluto e i messaggi di familiari, amici e conoscenti che lo ricordano con affetto.
Si è spento, all’età di 39 anni, Michael Landi. L’ultimo saluto si è svolto nella mattina di venerdì 19 dicembre davanti alla camera mortuaria di viale Alfieri a Livorno. Lo riporta il quotidiano Il Tirreno.
Fino a pochi giorni prima, la vita di Michael sembrava scorrere normalmente. Lavorava in un cantiere navale a Pisa e dedicava ogni energia alla sua famiglia e alla figlia. Poi, all’improvviso, un forte mal di testa lo portò in pronto soccorso: prima l’8 novembre, poi nuovamente l’11 novembre, quando i medici decisero di fare una TAC che rivelò la drammatica diagnosi di tumore al cervello. Nonostante i tentativi di cura e la biopsia, il male lo ha strappato troppo presto alla vita, cinque settimane dopo.
Gli amici e i familiari, riuniti in quel giorno di addio, hanno ricordato Michael come una persona leale e generosa, capace di lasciare un segno profondo in chiunque gli stesse vicino. Tra le lacrime, riaffiorano i momenti felici condivisi, piccoli frammenti di gioia che ora diventano preziosi ricordi.
Sui social network, i messaggi di ricordo e affetto per Michael Landi si contano a centinaia, testimonianza del legame profondo che aveva con amici e conoscenti, che continuano a celebrarne la vita, il sorriso e la generosità con parole, foto e ricordi. L’amico Valerio Antoni lo ricorda con queste parole:
«Ci sarebbe così tanto da dire, amico mio. Quante notti passate insieme in macchina, fermi da una parte a parlare di progetti, di futuro, di amori e di delusioni, sì, delusioni tante, troppe. La tua è stata una vita fatta di difficoltà, che però hai sempre affrontato con coraggio e con quel sorriso unico di chi sfidava la vita ogni giorno.
Mi hai dato un’amicizia immensa nel momento più difficile della mia vita, sei stato tu a tenermi in piedi, anche quando le mie difficoltà erano nulla rispetto alle tue. Mi hai sempre ascoltato, aiutato, e sei stato l’unico che ha cercato di tenerci tutti uniti, organizzando cene e aperitivi anche quando le vicissitudini della vita ci avevano allontanato.
Oggi sono qui ad ascoltare i tuoi vocali che fino a pochi giorni fa mi arrivavano, e nonostante fossi tu in ospedale chiedevi a me come stavo, ti interessavi del mio lavoro e della mia vita. Mi hai insegnato cosa significa esserci davvero: non chiedevi mai nulla in cambio del tuo aiuto.
Quello che posso fare ora è raccontare di te. Racconterò di te a mio figlio e, attraverso il tuo esempio, gli farò capire il valore dell’amicizia. Prego e spero con tutto il cuore che anche lui, nella vita, abbia la fortuna di incontrare un amico come te. Mi mancherai ogni giorno della mia vita».
Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa è immenso, ma il ricordo di Michael continuerà a vivere attraverso l’affetto e la gratitudine di chi lo ha conosciuto.





