A Ponsacco una donna di 69 anni dichiara di essere stata aggredita dal medico della guardia medica. Il dottore nega: «Io la vittima».
Momenti di tensione ieri (25 ottobre) a Ponsacco, quando — secondo quanto riferisce una donna di 69 anni — sarebbe stata aggredita all’interno dell’ambulatorio della guardia medica mentre cercava assistenza per il padre di 101 anni, affetto da una bronchite.
Il fatto è stato riportato questa mattina dal quotidiano Il Tirreno. VTrend.it ha trovato conferma dell’accaduto da fonti della USL Toscana nord ovest.
La donna sostiene di aver inizialmente contattato il medico di guardia per richiedere una visita domiciliare, ma di essersi vista negare l’assistenza, ricevendo l’indicazione di portare l’anziano al pronto soccorso di Pontedera. Dopo aver atteso senza ricevere soccorso, la donna riferisce di essersi recata nuovamente all’ambulatorio insieme al nipote — un giovane robusto — per sollecitare un intervento.
A quel punto, secondo la sua ricostruzione, la situazione sarebbe degenerata: il medico avrebbe reagito con violenza, colpendola con un pugno e facendola cadere a terra.
Sul posto sono poi intervenuti i Carabinieri. La donna sarebbe stata successivamente trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Lotti di Pontedera per accertamenti.
L’Azienda USL Toscana nord ovest ha avviato indagini interne. Le versioni dei protagonisti risultano contrastanti.
Abbiamo ricevuto in redazione la versione dei fatti fornita dal medico di continuità assistenziale che sarebbe rimasto coinvolto nella vicenda avvenuta nei giorni scorsi a Ponsacco.
Il professionista, tramite una dettagliata dichiarazione scritta, ha ricostruito quanto accaduto nel proprio ambulatorio, sostenendo di essere stato lui stesso vittima di un’aggressione fisica e verbale da parte di due persone.
Di seguito pubblichiamo integralmente il suo racconto, così come ci è stato trasmesso, al fine di garantire una completa rappresentazione dei fatti.
«Quello che ho subito è stata una vera e propria aggressione fisica — e anche verbale, ma soprattutto fisica e improvvisa.
Il volontario della Pubblica Assistenza ha accompagnato due persone nel mio piccolo ambulatorio (solitamente non lo fanno, si limitano a indicare ai pazienti dove si trova la Guardia Medica). Questa volta, però, ha deciso di accompagnarli perché ha notato che le due persone, in particolare il nipote, erano agitate.
Appena entrati, il nipote ha cercato di colpirmi con dei pugni, ma tra me e lui si è messo come scudo il volontario. La situazione è andata avanti per diversi minuti: un vero e proprio tentativo di pestaggio, durante il quale io cercavo solo di difendermi.
La nonna, una donna di 69 anni, mi insultava, mi dava schiaffi e mi graffiava. A quel punto ho sbracciato un po’ per allontanarla con una leggera spinta: non è caduta a terra, ma si è buttata per terra da sola, come in una sceneggiata napoletana o in una partita di calcio, per fingersi vittima. Altro che aggressione da parte mia!
A quel punto, quell’energumeno del nipote ha quasi tentato di saltarmi addosso, sferrandomi altri pugni che sono riuscito a parare con le braccia. Il volontario, infine, è riuscito a far uscire dall’ambulatorio quelle due persone.
Subito dopo ho chiamato le forze dell’ordine, che hanno chiesto i miei dati personali; poi sono andate a parlare con i due, che nel frattempo chiacchieravano tranquillamente nel corridoio.
Io avrei aggredito qualcuno? Ma quando mai! Sono stati loro due ad aggredire me.
Io stavo semplicemente lavorando — svolgo da anni un servizio molto impegnativo a Ponsacco — e questo lavoro andrebbe rispettato, per il bene della comunità.
Quelle persone pretendevano una visita per un loro congiunto ultracentenario, che aveva una semplice tosse. Poiché però soffriva anche di cuore, avevo consigliato, prima della visita, di recarsi al pronto soccorso per effettuare un elettrocardiogramma. In un primo momento avevano accettato la mia proposta, ma poi, senza alcuna ragione, hanno covato un livore e un’ira ingiustificati.
Io non ho aggredito nessuno: sono stato aggredito!
Sono stato aggredito nel mio ambulatorio. Non ho picchiato nessuna donna: l’ho solo allontanata per difendermi.
Non ho ricevuto pugni dal nipote per puro miracolo, ma l’ambulatorio è rimasto completamente in disordine.
La successione dei fatti è stata la seguente: l’Azienda USL ha ricevuto informazioni dalla centrale 116-117, a cui la donna si è rivolta dopo l’evento, fornendo una versione per me totalmente falsa.
Ieri ho incontrato la donna, completamente integra fisicamente, nella caserma dei Carabinieri di Ponsacco. In quella sede abbiamo entrambi sporto le rispettive querele».






