Giuseppe Vecchio, noto e rinomato scrittore, è in gara al prestigioso ‘Premio Strega 2022’. Di seguito la quinta puntata di un suo racconto giallo.
Ecco la quinta puntata di “Tony e le Ciliegie Rosse” (in esclusiva per i lettori di VTrend.it) di Giuseppe Vecchio, noto e rinomato scrittore che quest’anno è in gara con la sua opera “Codice Inverso” al prestigioso ‘Premio Strega‘.
“Occhi.
Come si fa a vedere gli occhi di una morta quando il tempo trascorso dall’ora presunta della morte hanno reso il corpo rigido?
Non si vedono, oppure si va alla scientifica. Ho bisogno di sapere, solo in tal modo, sono in grado di ricostruire il volto, è quello che mi serve, il volto. Ora chiamo il capo della scientifica e mi metto d’accordo con lui:
– Angelo, che fai? …….Tony
– Tony, tu sei?………….Angelo: Capo della Scientifica
– Che fai?………………. Tony
– Perdo tempo…………..Angelo.
– Perdiamolo un poco insieme…Tony
– Va bene, per ora sono il solo vivo, tra morti. Se vieni, saremo due vivi, che è meglio che uno, ah, dimenticavo, che vieni a fare? A*.
– È per quella donna morta cadavere e le sue ciliegie rosse. T*.
– Ah, Melyssa! A*.
– Allora la conoscevi? T*.
– Certo che no! Si chiama. Diciamo, si chiamava: Melyssa Leandri Farina. Gran bella donna! Da morta. A*. Aggiungo, anche le amarene sono buone, poche ma buone, mi
porteranno il cadavere non prima di stasera, vieni domani e portami qualcosa da mangiare, lo sai ho sempre fame, già grasso, divento più grasso, ma i cadaveri non si lamentano.
– Allora ci vediamo domani mattina. Ti saluto. Tony*
– Ma vaffa***, Angelo, capo della Scientifica.
Ci conoscevamo da sempre, avevamo fatto il liceo insieme, banco a banco, io copiavo le versioni di latino e di greco da lui, lui mi voleva bene, come me ne vuole adesso. Una brava persona, il tempo ci aveva allontanati, stupido lui, stupido io, poi c’eravamo incontrati di nuovo e l’antico, insostituibile, affetto, era tornato. C’è nell’amicizia qualcosa che non c’è in altri affetti, pur importanti: l’amore per l’amore, l’affetto per l’affetto, vuoi bene e non ti aspetti nulla indietro, e questa consapevolezza che non c’è nulla di certo o di possibile, da aspettare, da pretendere, fa in modo, naturale e gioioso da farti avere, riflesso, in ritorno, tutto.
Un vero amico non ha bisogno di essere classificato tale, è una categoria a parte, è, e basta questo essere a renderlo inclassificabile, solo così è vera amicizia e amicizia vera.
Melyssa, la morta, ora cadavere, ha un nome. Leandri, un cognome mai sentito prima. Farina, ca! Ha due cognomi, deve, doveva essere una persona importante. Ci sono troppe persone intorno, troppo inutile caos, ho visto quello che volevo vedere, chiedo a Maurizio, il fotografo della polizia, di mandarmi le foto:
– Ma, mi mandi le foto che hai scattato?…Tony*.
– Tutte?…Maurizio, il fotografo scientifico.
– Tutte…Tony*.
– Facciamo sempre lo stesso prezzo?..Maurizio*.
– Sempre…. Vado…Tony*.
– Vai, vai, chi ti trattiene?…Maurizio*.
E non rubare niente da qui.
– Rubare, figurati! Ma sei scemo?….Tony.
– Io no, sei tu lo scemo….Maurizio*.
– Dovrei ridere?…Tony
– Non è necessario, devi solo andartene, il più veloce possibile e farmi lavorare in pace…Maurizio.
Ero fuori la casa di Melyssa. Scendevo, lentamente, le scale, buie, antiche, d’altri tempi, sembravano non finire mai, ogni gradino mi liberava da un peso. Si, avevo rubato, una scarpa rossa, senza tacco, graffiata”.
… TO BE CONTINUED