Addio al mito dei 40 punti per non retrocedere: il Pisa di Alberto Gilardino può sperare nella salvezza con meno, nonostante un avvio difficile in Serie A.
Esistevano anni in cui in Serie A la permanenza sembrava un obiettivo quasi matematico, fissato sul muro dei 40 punti. Una cifra che è stata considerata il baluardo per restare nella massima serie. Ma i numeri degli ultimi campionati hanno raccontato tutt’altro. Oggi quella soglia appare un retaggio del passato, superata dalle dinamiche di un campionato che si è trasformato nei ritmi, nei valori e nei punteggi. Ed è proprio su questo terreno che il Pisa di Alberto Gilardino può costruire le sue speranze della salvezza, nonostante un avvio tutt’altro che scintillante.
Dopo le prime tre giornate i nerazzurri hanno raccolto soltanto un punto. Un bottino magro che in altre epoche avrebbe messo subito in serio allarme la piazza, ma che in questo campionato lascia certamente più di una speranza. Basta scorrere lo storico delle classifiche per rendersi conto che la quota “psicologica” dei 40 punti non ha quasi più valore reale. Dal 2004, anno dell’introduzione del format a 20 squadre, soltanto in due occasioni è servito raggiungere o superare quella cifra per evitare la retrocessione: nel 2004/2005 quando servivano addirittura 43 punti, e nel 2006/2007 quando la quartultima si salvò con 40 tondi. In tutte le altre stagioni bastò meno, spesso molto meno.
Il caso più emblematico resta quello del 2021/2022. Venezia, Genoa e Cagliari retrocessero rispettivamente con 27, 28 e 30 punti. A salvarsi fu la Salernitana di Nicola con appena 31 punti, il record più basso da quando il campionato è a 20 squadre. Una soglia che conferma come la lotta per la salvezza non sia più legata a numeri rigidi ma a equilibri variabili, dettati dall’andamento delle squadre di bassa classifica.
Per il Pisa questo scenario rappresenta un fattore cruciale. Gilardino ha preso in mano una squadra con entusiasmo e idee, ma consapevole delle difficoltà di un campionato che non perdona. L’avvio non ha sorriso ai nerazzurri, ma la stagione è lunga e i margini per recuperare ci sono (leggi qui). La qualità di alcuni singoli, l’energia del gruppo e la capacità del tecnico di trasmettere organizzazione potrebbero diventare armi decisive.
Il calendario non concede tregua, ma la consapevolezza che non serviranno necessariamente 40 punti per salvarsi è un’iniezione di fiducia. Oggi la soglia salvezza stimata oscilla tra i 32 e i 35 punti. Una differenza enorme rispetto ai vecchi parametri, che consente di immaginare percorsi di rimonta possibili anche per chi parte in salita.
Gilardino dovrà lavorare sulla solidità fra i reparti e sulla concretezza offensiva, due aspetti che nelle prime uscite hanno mostrato fragilità. La squadra ha disputato buoni spezzoni di partite, ma è mancata la capacità di capitalizzare le occasioni e di reggere l’urto nei momenti difficili. In una lotta salvezza sempre più livellata verso il basso, ogni dettaglio può spostare gli equilibri.
La tifoseria nerazzurra conosce bene le difficoltà della Serie A ma resta vicina alla squadra. L’orgoglio e la compattezza della piazza possono essere un valore aggiunto in una stagione che si annuncia complessa ma non impossibile. Il Pisa dovrà crescere in maturità e continuità, trovando quella serie di risultati utili che permettono di far respirare la classifica.
La salvezza, oggi più che mai, non è un miraggio. Non servono 40 punti, ne bastano meno. La storia recente lo dimostra e Gilardino lo sa. Il Pisa ha il compito di restare aggrappato al campionato, passo dopo passo, fino a centrare un obiettivo che appare alla portata.
A cura di Matteo Casini