Dopo il sequestro, Il Bosco di Archimede ODV rompe il silenzio e chiarisce la propria posizione sulle polemiche delle ultime settimane.
Dopo settimane di silenzio seguito al sequestro preventivo del rifugio, l’associazione Il Bosco di Archimede ODV di Capannoli rompe il silenzio e diffonde una lunga dichiarazione per chiarire la propria posizione in merito alla campagna di dissociazione promossa da alcune realtà animaliste. In una nota diffusa sui propri canali ufficiali, l’associazione dichiara:
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«In molti, dopo il nostro recente comunicato, ci avete scritto per chiedere spiegazioni su come e perché alcune associazioni abbiano scelto di aderire alle campagna di dissociazione nei confronti del Bosco di Archimede nelle settimane successive al sequestro preventivo.»
Prosegue il comunicato:
«La verità è che, ad oggi, non conosciamo le ragioni precise di queste prese di posizione. Durante questo periodo di silenzio sui social, ci siamo affidate al nostro legale per approfondire la questione e comprendere chi siano le realtà coinvolte e a che titolo abbiano partecipato a queste iniziative.»
L’associazione sottolinea poi che la maggior parte dei soggetti che hanno firmato la dichiarazione di dissociazione non conosceva direttamente la loro realtà:
«Possiamo però affermare con certezza che la grandissima maggioranza delle associazioni che hanno sottoscritto quella dichiarazione non conosceva direttamente la nostra realtà né aveva mai visitato il rifugio. Solo pochissime persone coinvolte avevano avuto rapporti con l’associazione. E alcune di queste associazioni si trovano persino fuori regione o all’estero, quindi la loro adesione sembra puramente basata su informazioni riportate.
È quindi evidente che molte adesioni siano avvenute sulla base di informazioni indirette o parziali.»
Il Bosco di Archimede spiega anche le ragioni del proprio silenzio pubblico:
«Abbiamo scelto di restare in silenzio proprio per rispetto della verità e della giustizia, senza rincorrere la fretta dei post o dei comunicati impulsivi che spesso, in questi mesi, sono stati modificati o cancellati da chi si è reso conto di aver condiviso informazioni non verificate.»
Durante questo periodo, l’associazione racconta di aver cercato un dialogo diretto con alcune delle realtà che avevano aderito alla raccolta firme:
«Nel frattempo, abbiamo provato a contattare alcune delle associazioni che hanno aderito alla raccolta firme per comprendere le motivazioni della loro scelta. Alcune ci hanno riferito di aver visto foto e video che le hanno spinte a prendere posizione, altre invece non erano a conoscenza dei fatti né del contesto e non sapevano neppure di essere state incluse in tali iniziative.»
L’associazione ribadisce poi la propria posizione in merito alla diffusione di immagini o video non autorizzati:
«Desideriamo ribadire che, qualora immagini o video siano stati raccolti all’interno del rifugio senza autorizzazione, la loro diffusione pubblica rappresenterebbe una violazione della privacy e potrebbe configurare reati di diffamazione. Se davvero la situazione fosse stata così grave come è stata descritta da chi ha promosso questa campagna, sarebbe stato sufficiente consegnare il materiale alle autorità competenti, invece di alimentare una campagna di discredito online.»
E aggiunge:
«Eventuali segnalazioni o materiali di questo tipo dovrebbero essere trasmessi esclusivamente alle autorità, non condivisi pubblicamente o con privati cittadini, se l’obiettivo reale è la salvaguardia e il benessere degli animali, non la distruzione di chi da anni li accoglie e li cura. E soprattutto, come mai queste storie così gravi e tragiche, di cui abbiamo appreso la diffusione, non trovano riscontro negli atti ufficiali?.»
Il Bosco di Archimede segnala inoltre che alcune immagini diffuse non riguarderebbero neppure il loro rifugio:
«Abbiamo inoltre appreso che alcune delle immagini mostrate non riguardavano nemmeno il Bosco di Archimede, ma ritraevano cani affetti da patologie, come la leishmaniosi, da tempo non presenti nel nostro rifugio. Questo rende evidente quanto sia facile costruire una narrazione fuorviante e quanto sia importante, soprattutto in questi casi, verificare sempre le fonti prima di esprimere giudizi.»
Nella parte conclusiva del comunicato, l’associazione ribadisce la propria fiducia nella legge e l’apertura al dialogo:
«Continueremo a muoverci con trasparenza e nel pieno rispetto della legge, guidate dal nostro legale. Allo stesso tempo, vogliamo lasciare aperta la porta al dialogo: invitiamo le associazioni che desiderano comprendere la nostra storia a informarsi attraverso la nostra pagina, a leggere le testimonianze di chi ci conosce davvero e, se lo vorranno, a confrontarsi con noi in modo diretto e costruttivo.»
Infine, l’appello finale rivolto alle associazioni firmatarie della dichiarazione di dissociazione:
«Invitiamo inoltre queste associazioni firmatarie a riconsiderare la loro posizione e a valutare una pubblica dissociazione dal post e dalle dichiarazioni di Enpa Pisa del 15 agosto.
Solo il confronto sincero e la verità possono riportare dignità a chi ha sempre agito per il bene degli animali. Il resto, lo lasciamo ai fatti.»
Fonte: Il Bosco di Archimede ODV, comunicato ufficiale






