COVID-19. Mentre in questi giorni il Governo sta vagliando la possibilità di portare altre regioni in zona rossa o arancione, c’è già chi lavora al nuovo Dpcm del prossimo 3 dicembre. Proprio quest’ultimo dovrebbe allentare alcune misure così da consentire agli italiani lo shopping della fine dell’anno, il cenone di Natale e i festeggiamenti di Capodanno.
Le nuove regole dovrebbero essere presentate proprio a inizio mese, vediamo le ipotesi a cui il Governo sembra pensare. La prima riguarda l’apertura dei negozi per lo shopping fino a tardi, ma con il contingentamento per fasce d’età o meglio, sarà possibile recarsi negli esercizi commerciali in orari ampi ma bisognerà rispettare l’entrata in base alla propria età. Per quanto riguarda le zone rosse potrebbe essere permesso spostarsi in via eccezionale il 24-25 dicembre e il 31 così da festeggiare Natale e Capodanno. Ovviamente tale allentamento arriverà, però, solo se i numeri dell’epidemia di coronavirus lo consentiranno. Ci saranno poi le cosiddette “forti raccomandazioni”, tra queste: sarà “fortemente raccomandato” non essere più di sei a tavola durante cene di festa e cenoni; sarà “fortemente raccomandato” prevedere la presenza al tavolo di persone che già si frequentano abitualmente; rimarranno invece semplicemente vietate le feste di gruppo, i balli, i cenoni e gli alberghi mentre le piazze saranno chiuse o a numero ristretto. Tra le novità, conclude l’Ansa, anche l’ipotesi di un allungamento degli orari, con i negozi aperti fino alle 22 o alle 23 e sempre con accessi contingentati dei clienti. Negli ultimi giorni erano anche emerse le ipotesi di allungare il coprifuoco a mezzanotte, almeno nei giorni di festività, e un accesso ”a numero chiuso” nei centri commerciali, per evitare assembramenti.
Tutto resterà comunque legato ai territori con le diverse disposizioni per le varie zone – rossa, arancione o gialla – e non tutti festeggeranno dunque allo stesso modo. Il nuovo Dpcm interverrà per gradi e sembra possa inizialmente riguardare le regioni più virtuose. Successivamente anche le altre potrebbero essere inserite nel nuovo decreto che allungherà gli orari degli esercizi pubblici, pur mettendo limiti alla capienza, e permetterà gli spostamenti tra regioni. L’intervento sarebbe quindi in due tempi, in modo da non scatenare folli corse nei locali e negli esercizi commerciali già ad inizio del nuovo mese ed arrivare a ridosso del giorno di Natale con ulteriori concessioni. “Siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo – dice il professor Andrea Crisanti a La Stampa – e qui non stiamo facendo nemmeno un vero lockdown. Per cui l’impatto delle misure restrittive sarà inferiore a quello di allora e servirà più tempo perché producano effetto. Poi magari allenteremo un po’ la guardia a Natale e il lockdown lo dovremo fare comunque a gennaio” – conclude.
Di contro qualche numero positivo e di speranza c’è eccome. Gli scienziati mostrano che a metà ottobre il raddoppio delle curve era per i nuovi casi di una settimana, degli ospedalizzati di 9 giorni, delle terapie intensive di 10 e dei decessi di 6,5 giorni per i decessi. Adesso i casi raddoppiano ogni 35 giorni, le ospedalizzazioni 19 e i decessi dopo 12. A tal proposito a Sky Tg24 ha parlato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi, mostrandosi possibilista: “E’ difficile fare previsioni così a lungo termine, tutto dipenderà dai risultati e dall’impegno di tutti noi, cittadini e istituzioni. L’emergenza non è scavallata, ma quasi. Su questo dobbiamo essere tutti confidenti per un futuro più sereno. Siamo nella fase di picco, ho visto dati che mi rasserenano ad esempio nel numero di chiamate d’ambulanza in Lombardia, si vede un evidente decremento da alcuni giorni. È una situazione che vede Lombardia, Campania e Piemonte ancora coinvolte pesantemente, pero’ si vedono plurimi segnali di raffreddamento della crescita”.
L.C.