Dalla Serie D alla Serie B, dal campo all’area tecnica: Ettore Sardelli festeggia le 400 presenze nel calcio a 5 pontederese da giocatore e allenatore.
PONTEDERA – Con la quattrocentesima presenza nel futsal bianconero l’8 febbraio scorso nel match contro l’Ascoli Piceno, Ettore Sardelli diventa una vera e propria bandiera della città di Pontedera:
4 promozioni in 13 anni; una Coppa Toscana di C2; una Coppa Toscana di C1; due premi come miglior allenatore nella Serie C2 toscana, una salvezza conquistata con grande determinazione al primo anno in Serie B ed altri successi già pronti da raggiungere.
Sardelli indossa per la prima volta la maglia da giocatore del Futsal Pontedera il 3 ottobre 2008, nello scontro di Serie D contro il Donoratico valevole per i Sedicesimi di Finale della Coppa Italia di serie B.
“Da lì, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima” scrive Sardelli sui social, oggi mister della prima squadra.
Sebbene negli anni non siano mancate sfide complicate, tanta gavetta e le solite difficoltà che spesso investono il ruolo di allenatore anche a livello mediatico, Sardelli non ha potuto fare a meno di ringraziare il Futsal Pontedera per la crescita professionale e umana avvenuta negli anni, in stretta simbiosi, tra sorrisi e abbracci.
I calorosi ringraziamenti sono stati ricambiati anche dalla stessa società che proprio ieri lo ha omaggiato con una targa celebrativa:
“A Ettore Sardelli. Donoratico 3/10/2008 – Ascoli 8/2/2022. Dalla “D” alla “B”, 400 volte sulla solita panchina. Un grazie dalla A.S.D Futsal Pontedera”.
Un grande successo, insomma, quello di Ettore Sardelli, e non solo a livello professionale.
La sua riflessione sui social conferma infatti quell’affetto sincero che da ormai quattordici anni lo lega alla sua squadra e alla città di Pontedera, un esempio di veri valori e sani principi che nel mondo dello sport non vanno mai dati per scontato:
“forse forse secondo me non c’è in TOSCANA un allenatore che in FIGC, tra Calcio a 5 e Calcio a 11, abbia festeggiato 400 presenze ufficiali sulla panchina della solita società…”.
M.C.