Il Presidente Giani fa visita alle due piccole palestinesi ricoverate: «cure che sono un gesto di pace, di solidarietà e di umanità».
Come comunicato a VTrend dall’Agenzia d’Informazione della Giunta Regionale, il presidente della Regione Eugenio Giani si è recato oggi in visita all’Ospedale del Cuore “G. Pasquinucci” di Massa per incontrare due piccole pazienti palestinesi, ricoverate presso la struttura per ricevere cure salvavita, considerato che vengono da una terra senza medicine, con ospedali distrutti o sovraffollati, dove le cure che servono loro sono impossibili a seguito degli attacchi dello Stato israeliano nella Striscia di Gaza. Si tratta di due bambine, una di appena tre mesi e l’altra di tre anni, arrivate in Toscana grazie all’impegno delle realtà sanitarie toscane, pubbliche e del volontariato.
«In una terra martoriata, dove i diritti dei più piccoli sono troppo spesso negati, la Toscana continua a offrire una speranza concreta», ha dichiarato il presidente. «Grazie al lavoro straordinario dei medici, degli operatori sanitari e delle associazioni umanitarie, queste bambine hanno potuto accedere a cure che rappresentano molto più di un intervento medico: sono un gesto di pace, di solidarietà e di umanità. La Toscana – ha ribadito -, anche nei momenti più difficili, è esempio di accoglienza e civiltà».
Durante la visita, il presidente ha incontrato il personale medico e infermieristico che si prende cura delle bambine e ha portato il saluto e il sostegno dell’intera comunità toscana alle famiglie coinvolte. Il presidente ha inoltre ricordato il percorso della proposta di legge regionale approvata dal Consiglio della Toscana per il riconoscimento dello Stato di Palestina. «Con quella proposta – ha aggiunto Giani – abbiamo voluto confermare con forza la posizione della Toscana a favore della pace, del diritto all’autodeterminazione dei popoli e della fine delle violenze nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi. Non è solo un atto politico, ma un’espressione di valori profondi che guidano il nostro agire istituzionale.»