La Candelora è da sempre legata alle condizioni climatiche e alla speranza di un inverno ormai agli sgoccioli.
Il 2 febbraio segna una ricorrenza particolare, la Candelora, una festa che unisce elementi religiosi e tradizioni popolari legate al cambio di stagione. Radicata sia nella cultura cristiana che in antichi riti pagani, la celebrazione è considerata un momento di passaggio simbolico dall’inverno alla primavera.
Nella tradizione cattolica, la Candelora è la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, quando, secondo il Vangelo, il saggio Simeone riconobbe nel bambino la “luce della rivelazione”. Proprio per questo, il rito prevede la benedizione di candele e ceri, simbolo di purificazione e speranza. La celebrazione è osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da alcune confessioni protestanti.
Ma le radici della Candelora affondano anche in tradizioni più antiche. Per i Celti, questa data coincideva con Imbolc, la festa del ritorno della luce dopo il buio dell’inverno. Nell’antica Roma, invece, il 2 febbraio era dedicato a Giunone e ai riti di purificazione, tradizioni che furono poi assorbite dal cristianesimo. Già nel VII secolo, a Roma, Papa Sergio I istituì una processione penitenziale per celebrare questa giornata.
La Candelora è da sempre legata alle condizioni climatiche e alla speranza di un inverno ormai agli sgoccioli. Il 2 febbraio è anche il giorno del celebre Groundhog Day, il “giorno della marmotta”, una tradizione nordamericana che affida a un roditore il compito di prevedere la fine dell’inverno. Secondo la credenza popolare, se la marmotta esce dalla tana e non vede la sua ombra a causa del cielo nuvoloso, significa che la primavera è vicina. Se invece il sole splende e la marmotta vede la sua ombra, si spaventa e rientra nella tana, suggerendo che il freddo durerà ancora sei settimane.