Macerie, precarietà e rifiuti Materassi raccontano la nascita di Gesù in un mondo segnato dai conflitti.
Calcinaia – Annamaria Guglielmo, artista residente a Calcinaia ma “cittadina del mondo”, come ama definirsi, ha presentato quest’anno un presepe molto lontano dalle produzioni tradizionali. «Mi considero cittadina del mondo, sono di origini venete ma sono venuta in Toscana per amore», racconta ai microfoni di VTrend.
L’artista, 77 anni, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, spiega: «In me vive un animo artistico: non ho etichette, non ho stili, mi piace assorbire dal mondo e poi trasmettere, usando vari materiali.

Sono molto attenta a ciò che succede nel mondo, non ne sono indifferente. Nonostante i miei 77 anni non ho raggiunto la pace dei sensi, in nessun modo, mi sento infatti sensibile a ciò che accade nel mondo».

In passato Guglielmo aveva già realizzato un presepe tradizionale per la festa dei commercianti di Calcinaia, alla Torre Mozza. Quest’anno, però, ha voluto fare «un urlo in questo silenzio di tanta ipocrisia». «Non c’è una strada politica ma solo la strada della vita, che va contro chi prende armi e spara contro un altro essere umano – spiega – quindi ho fatto il presepe delle zone di guerra».

L’artista sottolinea che la sua opera non si riferisce solo a Gaza, ma «Ci sono ben 56 paesi al mondo dove ci sono conflitti e guerra, li ho voluti includere tutti». «Ho pensato che se Gesù Cristo dovesse venire al mondo oggi, dove verrebbe a nascere? – continua – Non avrebbe scelto un posto confortevole, ma un luogo dove non ci sono cuscini comodi, né tetti che proteggano».

Infatti, nel presepe in questione non ci sono muschi o sassolini, ma macerie e oggetti quotidiani resi simboli di precarietà e distruzione: cenere, rimanenze di case distrutte, un lavandino, un pupazzo di cane ricoperto di cenere, pentole ammaccate, un tavolino di scuola arrugginito e una bicicletta inservibile. «Queste cose rappresentano la ‘non casa’ di chi oggi vive in queste condizioni», spiega l’artista.
I tre personaggi principali sono Maria, sdraiata su un materasso recuperato dalla spazzatura; un bambino stretto alla madre, visibile solo parzialmente; e San Giuseppe, ferito alla testa e alla mano, che cerca disperatamente di nutrire la famiglia. I materiali per realizzare l’opera sono stati forniti da Emergency e dal Comune di Calcinaia. Nylon svolazzanti completano la scena, simboleggiando la precarietà di un rifugio non protetto.
L’opera, che per Guglielmo «ha una voce, un urlo» più che un titolo, voleva scuotere e far riflettere sul dolore e la sofferenza dei più vulnerabili. Purtroppo, la bicicletta collocata alla fine del presepe è stata rubata il giorno seguente. L’artista è quindi tornata nei magazzini comunali e ha posizionato un’altra bicicletta senza una ruota, che al momento rimane esposta.
Chi volesse vedere il presepe può trovarlo nei pressi dell’ufficio postale di Calcinaia.
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